Famiglie infelici, Famiglie normali

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

famiglia addamsUn antico filosofo diceva che non importa quanto sia lunga la nostra vita ma come viene da noi recitata e in effetti, inconsapevolmente, passiamo molta parte, spesso tutta la nostra vita, ad interpretare un ruolo, una parte che ci è stata assegnata e che ci portiamo dietro dall’infanzia, trascinandocela poi con noi nelle nostra famiglia e impartendola anche ai nostri figli, imponendola ai figli e ai compagni di vita perché così troviamo la via per manifestare e condividere emozioni e sentimenti negativi che non sappiamo gestire. In realtà, quel vago senso di insoddisfazione, quella lieve malinconia che spesso, come un alone, ci si appiccica alla faccia deriva appunto da questo stato di semilibertà che ci hanno imposto, che ci siamo autoimposti e che imponiamo ad altri. Chiunque essi siano. Si dice che scegliamo il compagno di vita e l’amore sulla base della sua somiglianza al nostro amato/odiato genitore di riferimento: e non tanto per i suoi occhi o la sua voce, ma perché recita la stessa parte di quel genitore tanto importante per noi.

Di fatto questi ruoli sono la nostra prigione e ci impediranno per sempre di evolvere, sbocciare, liberarci. Sono quella cosa che i filosofi orientali chiamano ‘karma’, destino, che dobbiamo vincere, superare, annullare, come un incantesimo magico per poterci evolvere ad un nuovo livello, quelle ‘vite precedenti’ di cui ci dobbiamo lavare, liberare.
Non è che mamma o papà siano stati cattivi o che noi siamo cattivi: ma in effetti, la parola ‘cattivo’ significa, letteralmente, ‘prigioniero’ in latino e quindi, tutto torna. Noi cerchiamo di semplificarci così la gestione delle nostre emozioni, ma in realtà, incasiniamo tutto e non cresciamo mai, non viviamo mai un amore sincero, non siamo mai la famiglia del Mulino Bianco.
E invece, potremmo se solo lo volessimo.

C’è stato un libro, anni fa, che dette il via alla generazione ‘New Age’ di cui ora si parla quasi per niente: ‘La Profezia di Celestino’. Non starò qui a parlarvi dei perché e dei per come, ma intendo sintetizzare questi semplici precetti reperibii anche nei libri di Erica Jong, qualora voleste, come consiglio, averne maggiore coscienza e conoscenza.

Nelle famiglie ‘normali’ di solito sussistono grossi problemi di comunicazione e condivisione dei sentimenti e delle emozioni, poiché si instaurano dinamiche di insoddisfazioni e aspettative private che tendono a prevaricare, come nella jungla, gli aspetti individuali. E così, come nella jungla, ognuno fa la sua parte. Esattamante le parti recitabili sono 4: l’Aggressivo, che quando ha qualcosa da manifestare lo fa con violenza verbale o, talvolta, anche fisica; l’Inquisitore, che quando ha qualche emozione da gestire lo fa interrogando in modo inquisitorio, maligno talvolta, l’altro; la Vittima, che lungi dall’essere innocente, interpreta questa parte per attirare, come i primi due, su di sé l’energia di cui ha bisogno in certi momenti; il Silenzioso, che esattamente come i primi usa questa tecnica per ‘aver ragione’ o gestire le proprie emozioni. Normalmente, come in un gioco sado-maso, le coppie che si creano sono fisse altrimenti non fuzionano mai ( ecco perché talvolta incontriamo qualcuno ‘quasi perfetto’ ma poi, c’è qualcosa che non ci corrisponde..): all’Aggressivo risponde la Vittima, all’Inquisitore corrisponde il Silenzioso. Nulla a che vedere con chi è l’Uomo e chi la Donna, chi il figlio o il genitore. E’ comunque un gioco errato perché svicola dalla onesta comunicazione e conduce appunto alla via della recita, della falsità, dell’apparenza.

Il geniale Pirandello diceva che chi smette di recitare viene preso per pazzo ma invece è solo libero. Platone diceva che chi capisce il trucco è il saggio e viene ucciso.

Ebbene, come vedete non c’è nulla di mistico: il gioco è semplice perché è un trucco. Un trucco da bambini da cui liberarsi, in famiglia, in ufficio, nella vita sociale. Basta prendere coscienza ed essere felici e come diceva una canzone di tanti anni fa dire ad alta voce ‘..i pazzi siete voi..’ma attenzione poi, a scappare via perché, svegliare un sonnanbulo può essere pericoloso..

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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