La campagna elettorale italiana

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

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Mi capitò tempo fa di far due chiacchiere col dirigente di una grande agenzia pubblicitaria, di quelle che curano le campagne delle maggiori società telefoniche italiane per intenderci, come di quelle costruttrici di automobili: persona socievolissima, mi spiegava che nella precedente campagna elettorale erano stati incaricati di ‘sostenere’ anche la promozione di uno dei nostri maggiori leader politici a cui, in effetti, la campagna era andata di lusso. Mi spiegava che, così come i suoi creativi inventano, ad esempio, l’idea della bimba che mette lo spaghetto nella tasca del papà in partenza per un lontano viaggio di lavoro, o della mamma che serve polpettone, patate a tavola con la famosa bibita analcolica mondiale o ancora, associano il comico, il Paradiso, la velina o la canzone anni ’70 al prodotto da vendere e promuovere, così avevano fatto con lui, il nostro politico. Uno di loro, non solo lui, intendiamoci!. E così, gli dicevano che dire, come vestirsi, che posizione prendere e in merito a che, dove andare e vicino a chi farsi fotografare. Montavano addirittura notizie ad hoc per poi fargli dire qualcosa di ‘vendibile’ al pubblico dei compratori/elettori.
Il mestiere lo sanno fare: l’idea era di promuovere, come per la bibita analcolica, l’idea di famiglia, casa, solidi e onesti valori e il successo è assicurato.

Poichè, come la famosa bibita, anche la nostra classe politica sta lì, in Parlamento, dagli anni ’50 e si tratta solo di cambiare lo scenario ogni volta per vendere lo stesso prodotto. Peccato che la democrazia dovrebbe essere altro che vendita in bottiglia cambiando il colore delle confezioni, alzandone i prezzi senza modificarne la qualità nel tempo. La politica non è una specie di chinotto, soprattutto perchè, se non ti piace, hai la libertà di comperarne un’altra.
A meno che tu non viva in Italia, dove nei supermercati parlamentari si trovano gli stessi prodotti da 50 anni. E non c’è scadenza sulle confezioni, come dovrebbe essere a norma di legge.

E così, prima tutti contro il PDL, poi Napolitano sospettato di collusioni strane, poi, Renzi sì o no poi, al momento, Monti nuovo leader ( senza che Monti abbia detto nulla, poi!): il tutto supportato da gruppi, giornali o blog che ci bombardano di nichilismo, incredulità, false informazioni sui conti e leader esteri ( vedi il caso Hollande ad esempio!) tanto per sfinirci al punto che, per autodifesa o ignoranza si tenda ancora a cedere..troppi interessi, troppi posti di lavoro a rischio, troppi.

Il panico sembrerebbe scattato con la prevista formulazione di una nuova legge elettorale: l’attuale governo viene messo sotto pressione dai media, l’opinione pubblica sensibilizzata’ o destabilizzata a dirla davvero, ossia confusa, imbrogliata, raggirata.
‘Che si torni alla proporzionale!’ qualcuno ieri affermava… E giornali o TV italiani divengono un colossale veicolo di annunci pubblicitari: poichè ogni parola, ogni foto, ogni cravatta, ogni immagine dei nostri parlamentari è frutto dei creativi che ci vendono yogurt e carta igenica. E in fondo, il collegamento parlamento, industria ed economia non è più che realistico?
Solo una buona legge elettorale libererebbe finalmente i corridoi del Parlamento dai residui di anni di mala politica, lasciando spazio a nuove forze, nuove energie, giovani energie. Anche nell’industria, anche nell’economia.
E così avremmo il diritto di scegliere cosa ci serve. O di aspettare la nuova stagione e lasciare gli scarti, anche se apparentemente a buon mercato, sul banco.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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