Tre Cavalli ovvero La Fede

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

erri A dar retta alla storia dei Peccati Capitali e delle Virtù Cardinali e Telogali (rispettivamente queste acquisite con la propria saggezza e forza interiori e quelle invece infuse direttamente da Dio) che ne sono le dirette avversarie la Fede è l’antidoto al peccato della Lussuria ed è una virtù che viene donata solo da Dio, non è acquisibile individualmente. E’ un dono.
Quindi, in una società che per vendere e far arricchire i mercati e chi se ne ingozza, erotizza ogni cosa, la Sessualità viene sopravvalutata e sovrastimolata. Soprattutto nelle categorie in cui manchino altri stimoli soddisfacenti, come quelli intellettuali, culturali o affettivo/familiari. Un tempo la Fede ( o il catechismo che ne era il sostituto culturale ufficiale) veniva a riempire questi vuoti umani e sociali, evitando all’Uomo e alla Donna di imbestialirsi e svendere la propria dignità fisica agli stimoli interessati della moda, televisione, cinema e mercati in generale, che presentano l’idea di sessualità libera come un valido sostituto della Libertà reale.
Ma al di là degli sproloqui intellettuali o meno, rimane l’idea dell’attesa supportata dal senso di fede appunto, del saper attendere la persona o il momento giusto per vivere e condividere e gioire del rapporto sessuale: che sia il primo o meno non importa, ma a cui venga dato valore di dono di se stessi e non di uso del corpo come oggetto di piacere.
Nessun moralismo: solo il suggerimento a trovare un ricetta della nonna che salvi dalla depressione, dalla frustrazione e dal senso di fallimento che accompagna molti umori contemporanei.
Dice Erri de Luca: “Ci sono creature assegnate che non riescono ad incontrarsi mai e s’aggiustano ad amare un’altra persona, per rammendarne l’assenza. Sono sagge.
Io a vent’anni non conosco gli abbracci e decido di aspettare.
Aspetto la creatura assegnata. Sto vigile, imparo a scorrere le facce di una folla in pochi istanti. Ci sono sistemi che insegnano la lettura veloce dei libri, io imparo a leggere una folla al volo.
La setaccio, la scarto tutta, neanche un grano di quelle facce resta nella retina. So sempre che lei non c’è, lei, la assegnata.
Non ho un ritratto in testa da far combaciare sopra una faccia, no, l’assegnazione non dipende dagli occhi, anche se non so da cosa. Aspetto di incontrarla, per saperne la figura.
Aspettare. Questo è il mio verbo a venti anni, un infinito asciutto che non sbrodola di ansia, non sbava speranza. Aspetto a vuoto.” (Erri de Luca, Tre cavalli)

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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