M. Garozzo, “Donne che parlavano con gli alberi”

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Contributo di Marinella Garozzo

Settembre 2010

pubblicata da Marinella Garozzo il giorno giovedì 16 settembre 2010 alle ore 15.49

Come promesso, annoto qui in sintesi il mio contributo alla presentazione di Donne che parlavano con gli alberi di Alessia Niccolucci, a Paris il 9 settembre 2010. L’evento è stato organizzato dall’associazione di-re grazie al contributo fattivo ed efficace di Carlamaria Liso, presso il Miroglio caffé.

  1. Alunna e scrittrice. Quando Alessia mi ha chiesto un intervento sui suoi romanzi, ho subito pensato che non potevo tacere il rapporto particolare che mi lega all’autrice che prima di conoscerla come scrittrice ho conosciuto come alunna, quando aveva 16 anni e l’ho rincontrata qualche anno fa da collega, ritrovando la stessa persona solare schietta e senza schermi che era da giovanissima e le stesse passioni: il suo amore per la letteratura e per la scrittura erano nella fanciulla liceale che nei suoi elaborati scolastici presentava già allora una cifra stilistica inconfondibile e un modo tutto personale di affrontare le questioni critico-letterarie. Alessia quindi ha scritto (e pubblicato) per anni Poesie e poi ha intrapreso, con successo, la strada del romanzo.
  2. Il titolo e i titoli. Realizza così il progetto della saga familiare, delle Donne che parlavano con gli alberi, donne che, sole nei loro rapporti interpersonali anche quando inserite in contesti familiari ampi, trovano la loro forza, la loro energia vitale dal contatto vivo con gli alberi, con la natura fiera feconda e palpitante di quella zona della Maremma toscana che si estende da Pitigliano a Proceno, da Valle del Paglia a s.giovanni delle Contee, quindi una natura non contaminata dalla palude, una terra feconda, una campagna ricca di messe (dall’uva al mosto, dalle ulive all’olio,e poi pecore al pascolo, etc..). Un personaggio a me tanto a cuore, Caterina, quando alla fine vinta dalla depresssione non riesce più a parlare con gli alberi dei suoi boschi, non riesce nemmeno più a sentirli sussurrare quel “mistero del ciclo eterno delle stagioni”, perso il contatto con gli alberi, perde ogni rapporto vitale. Per esigenze editoriale questo lungo romanzo (Donne che parlavano con gli alberi) è stato diviso e pubblicato in tre distinti volumi che prendono nome dalle protagoniste femminili :Filomena, Giulia e Maria, Caterina. Figure femminili appartenenti alla famiglia di Alessia, scelte accuratamente fra tante del suo albero genealogico in base, credo, al loro fascino agli occhi della scrittrice, insomma figure che hanno destato la sua curiosità di donna e che maggiormente si prestavano alla rielaborazione creativa. Perché questi romanzi, pur nel realismo memoriale di fondo, non sono biografie né nella struttura né nel linguaggio, anzi si aprono ad elementi del magico-fantastico o all’onirico, basti ricordare le tre epifanie in Caterina , apparizioni improvvise (quella del pittore, poi quella zingara e infine il frate), incontri rivelatori di un alter ego con cui Caterina non riesce a fare i conti fino in fondo. Filomena è la suocera di Caterina, nonna materna di Alessia. Giulia è la suocera di Maria, entrambe sposano un Niccolucci; alla fine Maria Carla, figlia di Caterina, sposa Ciro junior, figlio di Maria. A felice dotazione, in appendice all’ultimo libro, troviamo gli alberi genealogi.
  3. I temi. Oltre al rapporto privilegiato con gli alberi, altro tema evidenziato come chiave di lettura degli eventi è il rapporto interpersonale tutto coniugato al femminile, quello madre- figlia e quello suocera-nuora. Filomena resiste alle angherie della suocera con cui convive grazie al rapporto affettivo con il marito e grazie alla sua fede nella natura, un rapporto quasi mistico che non la abbandonerà mai e prima di morire rivelerà alla nipotina di 7 anni il segreto per comprendere il linguaggio degli alberi. Caterina invece, figura più complessa e quasi tragica, soffre fin da piccola di un’esclusione materna che persisterà fino alla morte della madre Irene e non riesce a “incontrarsi” con la suocera.
  4. Figure maschili. Caterina non sa “fare pace con il mondo”: rifiutata dalla madre a cui chiedeva “tenerezze”, è ingannata dall’amore di uomini deboli che non sanno prestar fede ai loro impegni: Luigi, incontrato come un “principe azzurro” tra i bosch, dopo promesse di amore e matrimonio, le sa offrire solo una squallida vita di convivenza per non contrastare il volere della madre, e il suo sposo, Dante, la rende “serva di un focolare non suo”, la costringe a vivere con suocera e cognati non mantenendo la promessa nuziale. Il padre di Caterina non amava le discussioni fra la moglie e la figlia, “non si immischiava: questa la posizione degli uomini in famiglie dove si consumavano tensioni fortissime tra madre e figlia e/o tra suocera e nuora. Non mancano tuttavia nei romanzi alcune figure maschili forti, come il brigante o il farmacista.
  5. Infanze violate. Ambientate diversamente, le storie di Giulia e Maria raccontano vicende strazianti sofferte dalle protagoniste in tenera età. Giulia, orfana da bimba, riesce a salvarsi da un destino di violenza, sfruttamento e soprusi; ella trova la sua forza nel rapporto con la natura: parla con il grande pino come si discorre con un amico e al suo tronco robusto si appoggia come ci si appoggia ad un amico cui si chiede sostegno morale e fisico. Maria, dopo un’infanzia di fatiche e privazioni nella casa paterna, viene “ceduta” agli zii che la fanno crescere in un ambiente sereno e dignitoso ma la disconoscono quando lei sceglie come marito un giovane buono ma povero. Figura amabile, incapace di nutrire rancore, altruista e desiderosa d’amore, Maria riesce ad avere un buon rapporto con tutti, anche con la suocera.
  6. Storie minori. Accanto alle vicende delle protagoniste che danno il titolo ai rispettivi volumi, incontriamo tante storie collaterali che arricchiscono il tessuto dell’opera e creano questa epopea femminile, di vite di donne solo apparentemente eguali fra loro, mentre stanno lì a comporre una sorta di mosaico ricco e policromo, un coro di voci, un affresco della vita che pulsa nell’animo femminile anche quando le condizioni sociali e ambientalu ostacolano o non favoriscono le libere scelte delle donne. Una vita che pulsa e vibra come la natura: e a sentire Alessia leggere o spiegare passi dei suoi libri scopri che anche a lei è stata trasmessa la dote di saper parlare con gli alberi. Ed è questa sintonia con la natura a creare una Sinfonia nuova.
1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Ti piace? Condividi!

Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
Seguimi su Facebook Twitter Google+ RSS e-mail