M. Garozzo, “I commenti dei lettori di domani, oggi, ieri”

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Contributo di Marinella Garozzo

Settembre 2010

Post scriptum alla nota precedente. Sempre Paris, 9 settembre 2010 . Sempre su “Donne che parlavano con gli alberi”.

Pubblicata da Marinella Garozzo il giorno venerdì 17 settembre 2010 alle ore 17.31.

In occasione del RV del 9 settembre ho coinvolto amiche lettrici testando il loro indice di gradimento, curiosa di conoscere le loro impressioni davanti a libri che danno centralità a figure femminili di un mondo ormai lontano. Ho così raccolto le riflessioni di donne di diversa età, la giovane Vania, la matura Adele, la nonna Gloria. Riassumo qui le loro annotazioni, meritevoli, a mio avviso, di considerazione.

  1. Vania. “La linfa che cola negli alberi porta con sé il ricordo dell’uomo rosso”. Mentre leggevo Filomena, pensavo a come la storia degli uomini è sempre stata legata a un doppio filo con quello della Natura e della Terra, madri e al tempo stesso sorelle dell’uomo e mi è venuta in mente la lettera che scrisse il capo Seattle al presidente USA Franklin Pierce quando, nel lontano 1854, voleva acquistare il territorio indiano. Il capo pellirossa, che non aveva certo torto nel preoccuparsi per le sorti della propria regione, tra le altre cose risponde al presidente con queste parole:” La linfa che cola negli alberi porta con sé il ricordo dell’uomo rosso. Noi siamo parte della terra, e la terra fa parte di noi”. La lettera, che è un vero manifesto di amore e di rispetto per tutto ciò che esiste in natura, è una delle più belle dichiarazioni fatte sull’ambiente e testimonia come il rispetto per la natura consenta una convivenza pacifica e fruttuosa con essa. La natura, la terra, la ciclicità che regola la vita contadina, sono concetti otmai quasi lontani,quasi mitici per noi, cittadini civilizzati alle prese con i ritmi frenetici delle nostre vite accelerate….omissis…..Filomena incarna questo rapporto antico dell’uomo, o meglio, della donna con la Natura, quando questa non era uno svago ma il centro vitale intorno a cui ruotava la vita sociale, il lavoro, la famiglia. Il mondo di cui ci parla la Niccolucci, con sufficiente realismo narrativo, è un mondo atavico, lontano, e pur presente in noi nella nostra memoria. Filomena ci racconta i matrimoni, i litigi, il lavoro,, ma soprattutto le regole non scritte e l’armonia di quel mondo ormai scomparso, aprendoci una finestra su un modo di vivere che pur essendo molto lontano da noi, continua ancora ad esercitare un certo, oserei dire misterioso, fascino.
  2. Adele. La Natura e gli affetti. Vero punto di forza della narrazione – estremamente personale e caratterizzante- è costituito dalla presenza forte e continua della natura, attraverso la descrizione di ambienti agresti e montani della Maremma toscana, ricostruiti col loro sapore antico, quasi mitico, e la rappresentazione di quadretti di abitudini e comportamenti di altri tempi, riportati con freschezza e genuinità: Tali sono ad es. il bosco e la caccia al cinghiale, gli animali, come la cavalla Gianna, i campi e il lavoro dell’uomo, gli alberi, figure amiche presso cui rifugiarsi e con cui colloquiare. Tali ambienti sono poi popolati anche da “figure” antiche (bellissime le pagine dedicate al brigante Triburzi o al lavoro della levatrice Elvira) o da qualche elemento magico-fantatico (ad es. il ritrovamento di un’urna di pietra contenente riferimenti alle genealogie). Strettamente connessa con tale aspetto è la presenza di figure femminili (gli alberi rappresentano proprio la continuità del rapporto della natura con le persone, o meglio con le donne): Si tratta di figure femminili dal carattere spesso forte, che però non riescono il più delle volte ad accettare ma soprattutto a fare accettare la propria femminilità, fatta di forza, voglia di indipendenza,orgoglio, schiettezza, creatività ma che presenta anche fragilità affettiva e senso dell’amore talora vissuto come esperienza totalizzante. Queste donne , adolescenti o mature ( mogli, madri, nuore, suocere) vivono tra orgoglio,sottomissione a regole spesso dure, grande forza morale ma anche ribellione,senso della individualità e di una libertà che spesso confligge con un mondo collettivo patriarcale; da qui le inquietudini,l’insoddisfazione,il silenzio delle emozioni, l’incapacità di manifestazioni affettive…..omissis…….Solo abbozzato il contesto socio-economico, legato com’è alla vita dei campi, e anche la guerra è importante solo nei riflessi sulle persone, nell’intromissione nella loro vita e nei loro affetti, quasi deviazione dal loro corso. Il lato importante rimane quello affettivo-sentimentale.
  3. Gloria. Un viaggio alla ricerca di sé. Nella trilogia mi hanno intrigata subito e molto l’attenzione e la cura con cui l’autrice ha cercato e trovato queste donne che le appartengono: attenzione e cura entrambe cariche d’affetto. E ha scrutato l’animo, la mente, il senso della vita di ciascuna. Cerca se stessa? O almeno qualcosa di sé? Questa ricerca è di tutti gli artisti, ma Alessia è giovane donna , alla fine dirà o farà capire se si è ritrovata e in quale misura….omissis ….è una storia complessa e affascinante; vorrei essere una sua ava e conversare con lei, tra donne di generazioni diverse, e sarebbe forse di aiuto a lei, e per me diventerebbe stimolo forte ad imitarla, se solo avessi il tempo…..e le capacità!
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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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