Intervista da Chronica.it di Giulia Siena
Per chi hai scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per le mie due nonne e per le bisnonne, modelli di donne dell’Ottocento e del Novecento ma potrebbero essere le donne di oggi, donne che ci aiutano a scoprire chi siamo e da dove veniamo. Filomena è un libro per dire “Io sono questa”, e prima di dirlo ad “un principe azzurro” lo dobbiamo dire a noi stesse. Questa storia è un bagaglio da raccontare per arricchire gli altri perché prima di avvicinarci a noi dobbiamo capire da dove veniamo.
I personaggi di questo libro sono spesso figure forti, da dove hai attinto per caratterizzarli?
I personaggi sono persone, hanno una propria personalità autonoma che viene riportata sul foglio. Di loro mi è stato raccontato ed ho pensato alle persone che mi regalano racconti ed emozioni come bagagli da trasmettere.
In questo libro di donne l’uomo è colui di cui prendersi cura, è questo il ruolo della donna ancora oggi?
Quello del libro è un mondo matriarcale, invece oggi la donna si traveste da maschio, dando al potere una impronta maschile, dimenticando il vero potere femminile, un potere naturale nel quale la donna è il tramite tra uomo e natura, assecondando il ciclo della natura nel nascere, crescere e accudire.
Perché questo libro, nato dall’esigenza o per fare letteratura?
Ho solo raccontato per non dimenticare perché nel ricordo c’è un filo conduttore tra passato e presente: ho parlato di donne forti e semplici che hanno fatto scelte di umiltà, eroine nel loro mondo, modelli di comportamento e di vita. La letteratura è stato il veicolo del messaggio.
Che tipo di libro ti senti di aver scritto?
Filomena non vuole essere un libro rifugio, ma simile ad un pensiero del passato vivo e positivo che, come un esempio, possa continuare e far pensare.
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