Poesia V: “Camminai con mio padre…”

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Camminai con mio padre
su un ciglio
grigio di città
marciapiedi bagnati di pioggia
fumosa
i piedi musicati
sollevavano gocciole
le suole bagnate
scoppiettavano piccole
come campanelle
trillando giorni lontani.
Un incavo d’infinito
il mio sguardo sfiorò di lieve
e assonnata solitudine
e un’enorme vita
disperata mi fer“ estrema
un angelo dei fiori,
nella sua ora suprema.
Essa batteva disperata
le ali bagnate,
aggrappava i suoi poveri sogni
alla sola vita:
quell’urlo di dolore
mi schiuse una ferita.
Lacrime profonde
mi percossero l’anima,
ancora assopita.
La sua morte
come fulmine mi trafisse,
ancora stordita.
Annullamento
poi silenzio
gelarono i miei occhi.
La morte mi sorprese
gelida
la visione all’anima
donò una vista intensa
natura e anima urlavano feroci
al mondo di cartone e di catrame
che non le sugge più
impietrito da una luce
di artificio
che astuta il sole imita.
Profumi intensi
mi dette quella morte,
di sangue nelle vene
e gambe fra le fronde,
e corse in mezzo ai prati
e zolle odorose
di vita intensa ed inebriante.
Volteggio danzo e rido
in spirito al pensiero
per l’unica creatura
che vidi viva per davvero
straziata nell’asfalto
nel fango cittadino,
ma viva più dell’anima
che canto e respiro.
La vita di chi?
piangevano le fronde
e i fiori nei boccioli
risorti in mezzo al buio:
i passi scalpicciarono
di due figure, piccole
sull’urlo della vita
assordante nelle nuche
e il penetrante dolore
annodato dentro al cuore.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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