Poesie XLV: “La figlia di Abele” *
Mi supposi straniera
nella mia terra
estranea alla frasca
e al gorgo del fosso
giaciglio serale
del cristallino
cigno ascetico.
Temevo la colpa
l’odio fraterno
la sua arroganza
che mi abbatté.
Scruto Caino
celata
tra i fili dell’erba
che stillano
sulla terra feconda:
ripasso con dita
ideali
le mie cicatrici
rosea trapunta.
Aliena non sono
uccisa nemmeno,
appare la testa
dal sacco che usasti
per confondere i fati.
L’erede sono io
svagata creatura
plasmata da Dio
* Vincitrice «Premio Fiori della Pace 2001»
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