Demenza digitale: ovvero tecnologia e demenza senile precoce

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

demenza-digitale_aifors-it_A dirlo è il professor Manfred Spitzer di Harvard che afferma come l’uso delle nuove tecnologie nei giovani e negli adulti e soprattutto, nelle scuole, favorisca e acceleri la demenza senile.
Nel video è possibile seguire una recente e chiara lezione su questo argomento.
La demenza senile, per chi non lo sa, rallenta incredibilmente la memoria, la capacità di adattamento e tolleranza della nostra mente, rende più difficile la capacità naturale di apprendimento e rielaborazione del nostro cervello: secondo il professore invece, il digitale tendendo a neutralizzare la naturale capacità di immaginazione fa sì che ogni volta questo processo avvenga molto prima dle tempo.
Infatti, quando apprendiamo qualcosa, si crea una una nuova connessione e una nuova sinapsi: molte informazioni corrispondono a molte connessioni e ad una crescita del numero dei nostri neuroni. Difatti il cervello cambia in modo che la connettività neuronale si ottimizzi. Chi legge molto ha maggiori informazioni di chi non lo fa e di conseguenza ha generato maggiori connessioni. Ovviamente si considerano informazioni utili quelle conoscenze e solo quelle ch enoi possiamo tramutare in esperienza e possono quindi essere in qualche modo, utilizzate nella nostra quotidianità.
Si impara con l’esperienza: scrivendo a mano, leggendo, ripetendo o imparando a memoria, risolvendo problemi logici come operazioni matematiche o traduzioni di lingue antiche poiché sviluppano la logica cerebrale. Se questo processo ci viene facilitato da una macchina il nostro cervello perde gli stimoli necessari per crescere e questo è tanto più vero per i giovani in età evolutiva.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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