La democrazia ignorante

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

democrazia_a_che_serve_cover_logo_titolo_500Cosa s’intende per democrazia? Letteralmente il governo del popolo, da qui le elezioni e la libertà di movimento e di parola dei cittadini. Ma il popolo, per gestire il potere, deve essere educato: di qui la scuola pubblica aperta a chiunque, senza distinzione di sesso, classe, religione e via dicendo. E il lavoro, qualunque lavoro, è un diritto e un dovere di tutti, per cui i concorsi pubblici e le altre forme che consentono, sulla carta, a chiunque di fare la carriera che più desideri. E il popolo ha diritti anche di curarsi: per cui l’assistenza sanitaria fornisce questo servizio; e il popolo deve anche tutelarsi affinché tutti rispettino la legge, da cui le forze dell’ordine e la magistratura. E per gestire tutte queste persone che educano, curano, proteggono, tutelano, il popolo si deve tassare e pagare le loro abilità. E poichè, non tutti e 60 milioni di italiani possono sedersi- come avveniva nella antica Roma o Atene – in Parlamento, il popolo elegge i suoi rappresentanti, pagando loro, come stabilirono i Greci, uno stipendio ( almeno ai più poveri: poi, finite le caste e introdotto il suffragio universale, anche agli altri, per evitare che la povertà li mettesse a servizio della corruzione e dei corruttori).

Insomma, l’idea è buona.

Epperò, cosa è oggi in Italia la democrazia? Il potere è inteso come la libertà di fare e desiderare tutto quel che si vuole. L’educazione è divenuta talmente un diritto, che tutti devono diplomarsi e laurearsi, anche se non studiano o non sono all’altezza di quel percorso di studi, poichè il merito è castrante per il loro diritto di volere. Il lavoro non è un dovere ma un diritto: e non qualunque lavoro, ma il lavoro che vorrei, e che mi spetti o meno, mi spetta perchè questa è la democrazia. Al punto che ricorro ad amici, corruttori, pseudopolitici a cui dare il voto non per rappresentarmi, ma per aiutarmi e chi siano poi, poco me ne cale. I concorsi li trucco ( o vado a farli dove so che posso truccare) e mi curo sì ma non pago sempre le tasse ( che son troppe), mi faccio passare anzi per malato o indigente, per scavalcare gli altri e ottenere sconti, o favori o lavoro. O peggio: per ottenere la possibilità di gestire liberamente il mio tempo. E le forze dell’ordine non devono interferire col mio diritto, che tanto anche loro, per star lì, di certo hanno fatto come me. E i miei rappresentanti in Parlamento? E che rubino o meno, che siano preparati o meno, mi interessa solo che mi continuino ad aiutare e spero anzi che quel mio amico, rimanga lì per me e per i miei figli. E lo stesso vale per i sindacalisti, che spesso finscono in Parlamento.

Insomma, tutti hanno diritto a diventare ingegneri o dirigenti, avere una bella macchina, avere un negozio e pagare le tasse come vogliono, o un’impresa, andare in crociera, drogarsi, fare una vita come desiderano e non essere disturbati.E a questo modello di democrazia si sono ben adeguati alcuni stranieri, che lungi dal lavorare o dalla volontà di integrazione si vendono voti e si comprano impunibilità.

E l’idea non era questa però, quando si parlava di democrazia. Questa è una democrazia ignorante, fatta dai figli e dai nipoti di chi, 100 anni fa, avrebbe zappato la terra o venduto cicoria al mercato, facendo certo minore danno. Magari senza tacchi e caffè e una patente di guida che sia una pistola, senza cravatta e scooter, senza arroganza e ignoranza. E invece ve li ritrovate dietro uno sportello, o una cattedra o in un ospedale; ve li ritrovate negli uffici pubblici, in Parlamento, nei locali alla moda e nelle case di lusso. Ve li ritrovate nei talk show con libri da vendere e a parlare sgrammaticato o a dire idiozie.

Che sia giunto il tempo della livella.? Forse. In Europa la chiamano crisi, .

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Ti piace? Condividi!

Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
Seguimi su Facebook Twitter Google+ RSS e-mail