I Crepuscolari di Gozzano

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

crepuscolariCertamente i Crepuscolari di Gozzano e gli Ermetici di Ungaretti hanno qualcosa in comune oltre all’epoca storica e al suolo italiano: entrambi detestano i toni trionfali dell’imperialismo tutto militaresco dei futuristi o dei dannunziani; entrambi hanno un debito poetico col Decadentismo, con Pascoli e col destrutturalismo metrico futurista; entrambi disprezzano il qualunquismo borghese, ma per il resto le analogie terminano qui.

Se per l’Ermetismo le parole chiave sono dolore e silenzio, per il Crepuscolarismo sono ironia e lirismo piccolo-borghese.


Crepuscolarismo in 5 passi

Nella poesia L’assenza si notano le parole riprese in tono ironico dalle liriche dannunziane a cui l’autore fa il verso: riconoscibili le descrizioni del poeta de La pioggia nel pineto: ma qui le rose dannunziane vengono equiparate ai gerani fiori semplici, che non ornano i saloni dell’aristocrazia, ma i davanzali delle signorine di paese. Ci sono le rose e ci son pur sempre i gerani dice Gozzano: tutte le donne son belle, tutte le donne son fiori: ognuno colga il suo.

L’assenza

Le buone cose di pessimo gusto: chi di noi non ha mai vista una casa così arredata? Le case dei piccolo-borghesi ornate di semplici e vistose cose, vendute non certamente in pezzi unici. La bontà sicura, la semplicità di ciò che sta bene e di quel che non sta bene. Quel mondo, quella borghesia italiana pre e post bellica che furono i sostenitori e la carne da macello del Fascismo e di tutte le guerre del ‘900; e che i moti studentesci del 1968 hanno spazzato via con un colpo di ramazza, non per sostituirne l’etica e la morale (stantìa ma certamente morale ed etica e solida) per lasciarvi il nulla, il materialismo reaganiano e quel che oggi ci circonda: un’ideologia priva di idee e molto di moda, di qualunque colore si dipinga nei media.

L’amica di nonna Speranza

La descrizone di una passioncella estiva di un poeta di città, l’avvocato, di una ragazza di paese, non bella ma comunque bella perchè consolatoria come consolano le cose semplici della vita di paese, delle case di provincia così quiete e serene, buffe agli occhi di un cittadino smaliziato eppure sarebbe dolce restar qui con lei dice il poeta: il sogno di una vita che poteva ma non venne perchè non fu scelta. Il lirismo delle piccole cose, delle bellezze non strillanti e aulenti di dannunziana memoria: eppure è qui che troviamo tutta l’Italia di cui, ci piaccia o meno, siamo tutti i figli. “se tu sapessi come sono stanco di quelle donne rifatte dei romanzi” dice Gozzano, e si fa profeta anche del presente e del secolo a venire.

La signorina Felicita

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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