I libri che non vorrei leggere mai

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

libri da ricordareNon è vero che non esistano libri brutti o libri da buttare: e vanno buttati o evitati. Così come si evita di mangiare un cibo scaduto ed esattamente per le stesse ragioni.

Imparai a leggere a circa 4 anni, quando mio padre mi recitava o leggeva Shakespeare o le Storie della Bibbia, mostrandomi le foto e quegli incomprensibili segnetti che mi sembravano la via segreta per accedere a un mondo fantastico. Mi vietava i fumetti però, che leggevo di nascosto da lui a casa dei miei vicini di casa: e mi innamorai di Topolino e di Walt Disney che erano per me, come amanti segreti da cui rifugiarmi quando il babbo non guardava. Ma il primo romanzo lo lessi a 7/8 anni, quando la maestra mi regalò I tre moschettieri e fu allora che compresi la differenza tra amore e passione. Mi innamorai perdutamente della scrittura, dei romanzieri, dei saggisti, di questi fantastici esseri che raccontavano storie bellissime. Lessi di tutto, tutti i romanzi degli inglesi, dei francesi, degli americani: tutti quei bellissimi libri di avventure per ragazzi, da Salgari a Stevenson a Twain. Poi col liceo conobbi i classici antichi e la vera letteratura e scoprii i tedeschi e i russi e i poeti, i poeti italiani di tutte le ere. Ma il mio amante divenne Dickens, che mi raccontava le favole per grandi mentre scoprivo la saggistica e la critica letteraria, che non ho mai amato.

Dopo l’università, dovetti leggere per dovere: e così tradivo la letteratura contemporanea italiana con i vari Follett, Grisham, Le Carrè e via dicendo, i cui trucchi mi stancarono prestissimo rendendomi impermeabile a tutti questi romanzi best sellers che mi annoiano da pagina 45 in poi. Mi rifugai in Agatha Christie per distendermi tra uno strutturalista e una saggio storico, la quale almeno era ironica e sensata nei suoi tranelli letterari.

Trovo immondizia la maggior parte dei libri pubblicati da 10 anni a questa parte: esistono tanti libri bruttissimi che vanno definiti tali, così come non ci si vergogna di dirlo per le croste vendute dagli indiani nei mercatini estivi. Tali sono i libri, come i film, che io chiamo ” McDonald”, o “ad effetto WonderBra”: ossia sembrano offrirti qualcosa che in realtà non hanno. E tu rimani con gli occhi pieni e la bocca asciutta.

E così ho deciso che vi sono libri da buttare nel gabinetto e che non vorrei leggere mai più per non sentirmi poi, male. Quindi ho provato a fare una lista delle cose che mi fanno escludere un libro alla terza pagina, o che mi impediscono di comperarlo o chiederlo in prestito a chiunque. Sono giudizi e non pregiudizi che ho affinato nel tempo, cose di pelle, di pancia, e più giù, che ho metabolizzato da quando ho cominciato a scrivere anch’io. Cose che mi fanno venire la nausea, ecco, e la rabbia di come qualcuno osi pubblicare questa immondizia cartacea. Magari mi sto perdendo un sacco di libri belli, ma la vita è così corta (e non è affatto un modo di dire) che come per gli uomini o per certe amicizie, già so che se vi rinuncio, ho solo da guadagnare. Meglio perdere un inaspettato capolavoro, che leggere dieci libri orrendi per trovarlo. E quindi, non voglio leggere (più) i romanzi che abbiano queste caratteristiche. (escludo già a priori manuali per vivere, hard o cose tipo Harmony, imitatori di qualcuno, libri sullo shopping, Vespa e altri libri scandalistici o biografie su idioti della TV).

1) La copertina ha un disegno bellissimo con una donna su carta spessa e ruvida.
2) Il titolo ricorda uno dei mille best seller su cui poi faranno un film ( o vi compare la foto della locandina del film già in sala)
3) La copertina sembra un manifesto pubblicitario tipo Sex & The city.
4) Il libro è stato presentato in un giornale di Signorini o in uno dei salotti domenicali.
5) L’autore è un analafabeta e parla a malapena l’italiano (segno certo che l’editore ha pagato uno scrittore per pubblicare questa storia fantastica).
6) L’autore è un personaggio della TV, del cinema, del gossip e via dicendo: insomma non è uno scrittore.
7) Il commesso della tua libreria di fiducia ti consiglia di lasciar perdere
8) Il libro parla del Meridione italiano e della questione meridionale o della mafia e dei problemi del sud Italia ( inclusi classici o presunti tali, esclusi Pirandello, Verga e Tomasi di Lampedusa).
9) L’autore imita lo stile di qualche grande autore classico.
10) L’autore non sa scrivere.
11) L’autore non usa la punteggiatura e la lingua italiana ma lo slang degli ignoranti.
12) L’autore si rivolge agli adolescenti ignoranti.
13) L’autore è palesemente amico di qualche personaggio famoso che lo raccomanda.
14) L’autore è palesemente amico del partito di governo e lo sostiene.
15) Il libro è privo di humor, di parole e riferimenti letterari e culturali, parla di anoressia, stupri familiari, dolori reumatici, ha atmosfere tristissime e ossessive, non conosce il senso della bellezza e del “vago” in senso leopardiano.
16) L’autore si rivolge soprattutto agli illetterati.
17) L’autore abbonda di dialoghi, aggettivi e perifrasi per dire cose stupide e descrive in 10 pagine come la protagonista muova i capelli o la passione che le attanaglia le viscere, ma manca di storia e di descrizioni umane realistiche.
18) L’autore abbonda di aggettivi e perifrasi e racconta storie umane facendole passare per innominabili passioni proibite.
19) L’autore è femminista, animalista, razzista, e qualunque altro “ista” possibile.
20) L’autore non conosce il senso del bello: l’ho già detto, ma l’arte deve essere prima di tutto piacevole e lo scrittore che non sa accarezzarti con le parole, non potrà farlo con le idee.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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