Il Dilemma del Nord e del Sud italiani

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

confronto_scuola_nord_sudE’ meglio il Sud o il Nord italiani? E comunque, la gente è migliore lì o là? E allora dove è meglio vivere e crescere i propri figli? La questione è vecchia. Perché? Perché il Nord è meglio? Perché il Sud è povero e piangente? Perché al Nord le cose funzionano, si pagano le tasse? Perché al Sud la legge è a piacere, le regole sono individuali e personalizzate, il lavoro nero o bianco è spesso sulla soglia della legalità? Perché gli ospedali e le università migliori sono al Nord? Perché ovunque si vada, da Roma in su, si trova un’invasione di giovani meridionali, quasi che l’onda incontenibile di vita arrivi sin quassù? Una marea in cerca di casa e lavoro che ti fa chiedere: ma se questi ne sono i figli in fuga, perché i padre, le madri i nonni son tanto stolti la sorvolare sul mondo che hanno costruito e che non fanno nulla per cambiare?
Le risposte illuminanti di Bossi e della Lega sono filastrocche populiste conosciute, vere o gonfiate le si sanno. Del bel mare, del buon cibo, del buon carattere del Sud anche si sa: ne è piena tutta la nostra retorica turistica di queste semi verità da dare in pasto al mondo.
Uno studio della Svimez dice che il Sud raggiungerà industrialmente il Nord solo tra 400 anni: in un decennio il Mezzogiorno ha recuperato appena un punto e mezzo pro capite rispetto al resto d’Italia e nel 2012 subisce un crollo dei consumi e degli investimenti molto maggiore del resto d’Italia. L’emergenza occupazionale riguarda soprattutto i giovani e la Campania che risulta la regione più povera. Ma di contro, scopriamo che in Sicilia, ad esempio, vi sono circa 15 custodi comunali per ogni chiesa e 25.000 Guardie Forestali su un patrimonio arboreo notoriamente stentato rispetto al resto della Penisola. Come non disapprovare?
“Siamo stati depredati!”: così dice Pino Aprile (autore di “Terroni” e “Giù al Sud”). “Il rapporto va letto all’incontrario, poiché la questione meridionale è volutamente mantenuta a partire dall’Unità d’Italia. Il ritardo economico – e non solo – del Sud nasce dal suo saccheggio, dalla distruzione della sua economia, dalle commesse pubbliche solo al Nord, dalla costruzione di infrastrutture solo al Centro-Nord, ma a spese di tutti.” Aprile dice che al tempo dell’Unità la ricchezza pro capite del Nord e del Sud erano quasi paritarie: il più grande stabilimento siderurgico italiano era in Calabria ( e fu subito chiuso), le maggiori officine meccaniche erano borboniche ( i Savoia fecero strage degli operai che difendevano l’azienda). Il Piemonte comprò dai napoletani le locomotive e delle 75 circolanti in quel tempo in Italia , 60 erano state costruite nel Sud. Ma gli investimenti unitari per la costruzione di scuole, strade, bonifica delle paludi vennero fatti solo al Nord (e se al Sud, dando poi i terreni redenti con i soldi di tutti i coloni del Nord, come avvenne nell’Agro Pontino coi coloni Veneti). Il 93% della spesa militare andò al Nord e al Centro; alla Liguria andarono gli appalti della Marina a discapito di Castellammare di Stabia (i più grandi del Mediterraneo)e Napoli. Fu così, dice Aprile, che nel 1946 per la prima volta, tutte le regioni del Sud furono più povere di quelle del Centro-Nord. L’autore prosegue con la sua filippica ricordando di come il Meridione fu derubato dei soldi per pagare l’Ici a tutta Italia e di come la Gelmini abbia escluso dai manuali scolastici del Novecento tutti gli autori meridionali vincitori di Nobel e del miliardo tolto alla ricerca scientifica e alle aziende innovative meridionali e dato alla industria bresciana delle armi e all’illuminazione in Veneto…
Aprile non si ferma e prosegue accusando il Nord di aver colonizzato il Sud per poi pretendere di liberarsene quando non ci sia più nulla da “spremere”, come suggerirebbe la proposta del leghista Matteo Salvini che pretendeva posti riservati in metropolitana per i milanesi.
panoramaitaliano1861 Ma poi c’è la gente. Le parole di Aprile sono in gran parte sostenibili dai rapporti storici degli anni post-unitari: ma ci sono anche altre verità storiche legate alle ataviche pecche del meridione borbonico di quegli anni, frutto di 400 anni di sudditanza di un popolo su di un altro; pecche come la corruzione, il clientelismo, il banditismo ma soprattutto “lo scollamento tra popolo e governo” per cui il “signore” come il prete o la “guardia” erano i servitori di una legge che bastonava i miseri e difendeva i potenti. E la verità è che nel Sud, a torto o a ragione, il punto di vista dei cittadini non è cambiato ma anzi, molti di loro, almeno a casa propria, si sentono ancora sudditi di una potente che li può favorire o distruggere e di cui fidarsi è spesso o scelta obbligata o fittizia.
Insomma, chi ha ragione? Il governo è ladro e canaglia? Rispettare la legge, pagar le tasse, fare i concorsi senza raccomandazioni è da sciocchi o da esseri civili? Commerciare al nero è giusto o sbagliato? Avere rispetto di se stessi è corretto o dipende?
bravi cittadiniCerto: fossimo cittadini della Corona inglese, far la fila per prendere l’autobus avrebbe un senso. Pagare le tasse per la repubblica danese avrebbe un rimando di qualità della vita differente e sin qui, non ci piove. Ma se io per prima, getto a terra la cartaccia della caramella, come posso pretendere di chiedere al Comune di svuotarmi i cassonetti?
Il problema italiano non è lo scollamento economico: a quello le due Germanie hanno rimediato seriamente. Il vero scollamento è quello culturale: o meglio è quello dell’esperienza civile e del rapporto armonico fra cittadini e istituzioni. Uno scollamento che si respira a basse come ad alte quote in questo paese. Non esistono buoni e cattivi per nascita: questo è vero. Ma per cultura sociale, purtroppo, ancora sì. Ed è per questo che in Italia non impera la legge sociale ma l’individuo, con tutte le sue multiformi facce da mostrare al mondo.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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