L’ ipocrisia su razzismo, rom e Migranti

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Immigrazione: Fregata Euro soccorre due barconi con 956 profughiL’ipocrisia su razzismo, rom e migranti ha un padre e si chiama convenienza, economica, politica e sociale.

Convenienza economica sul razzismo perché etichettare così, chiunque protesti contro il mancato controllo delle istituzioni e non sugli individui è più facile che prendersi le colpe causate dell’inefficienza o dal guadagno personale.

Convenienza sui rom perchè la costruzione di campi, la tolleranza e l’incuria in cui si lasciano quelle popolazioni fornisce pane sia alla malavita, che al malcostume che alle cosiddette associazioni che si dovrebbero occupare di integrazione, cura e controllo degli stessi.

Convenienza sui migranti poichè, oltre alle speculazioni dei trafficanti su territorio straniero come italiano e quelle dei Centri di accoglienza, pubblici e privati che lucrano e non si occupano della miseria umana che dovrebebro curare, c’è anche il fiume di denaro che lo Stato e la UE versa agli albergatori, alle cooperative e ai sindaci che si fanno carico di questi disperati.

Giornalismi e istituzioni che ululano contro le proteste dei cittadini marchiandoli di razzismo sanno bene che chiamano il disagio che hanno creato e con cui si ingrassano con un nome che infama chi lo porta.

Lo Stato e le istituzioni, fondazioni, associazioni preposte in verità speculano sul disagio del diverso, dello straniero e del cittadino che vive nei quartieri popolari. E i giornalisti prezzolati fanno il resto.

L’ipocrisia su razzismo, rom e migranti ha un padre e si chiama convenienza, economica, politica e sociale. Il razzismo è dei potenti o di chi aspira ad esserlo servendoli su chi non lo è, consentendogli di delinquere, spingendolo a farlo per sopravvivere, usandolo per lavorare, insultandolo per farlo tacere.

Come il lupo con l’agnello:
Un lupo e un agnello, erano giunti al medesimo ruscello spinti dalla sete; il lupo era superiore (in un luogo più alto) l’agnello di gran lunga in basso. Allora il brigante sollecitato dalla sua insaziabile fame suscitò un pretesto per litigare. «Perché», disse, « mi hai reso torbida l’acqua che bevevo?». L’agnello, timoroso, di rimando : «In che modo posso di grazia fare ciò che ti lamenti, lupo? L’acqua scorre da te alle mie labbra». Quello spinto dalla forza della verità: «Hai sparlato di me, sei mesi fa». L’agnello rispose: «In verità non ero nato». «Tuo padre in verità, quello aveva sparlato di me». E così afferra l’agnello e lo sbrana per un’ingiusta morte. Questa favola è stata scritta per quegli uomini, che opprimono gli innocenti con finti pretesti. (Fedro)

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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