“La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la mia solitudine, che è la mia debolezza.”

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

naturaIn un periodo di follia in cui, dinnanzi al disastro italiano si sente parlare di processi privati, di assistenza sanitaria gratuita a parlamentari e famiglia mentre Emergency deve aprire le porte agli italiani veri, di OGM americani introdotti a forza nelle politiche agricole europee conniventi ministri incapaci scelti a fagiuolo, di giustizia asservita pubblicamente agli interessi privati, di femminicidi e bugie televisive, di presidenti muti o parlanti a comando, in cui insomma, la follia zittisce la saggezza e la verità, faccio silenzio e ascolto.

L’ansia del consumo è un’ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato. Ognuno in Italia sente l’ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell’essere felice, nell’essere libero, perché questo è l’ordine che egli ha incosciamente ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi diverso. Mai la diversità è stata una colpa così spaventosa come in questo periodo di tolleranza.

Pier Paolo Pasolini

Pasolini

Che tipo di uomo vuole il nuovo potere? si chiedeva Pasolini.
Non vuole più un buon cittadino, un buon soldato.
Non vuole un uomo onesto, previdente, non lo vuole tradizionalista, e nemmeno religioso.
Al posto del vecchio tipo d’uomo, il nuovo potere vuole semplicemente un consumatore.
Anche la Chiesa, prevedeva Pasolini, diventerà superflua.
“Come può il nuovo potere trasformare il vecchio uomo in consumatore?
Mediante quel processo che si chiama acculturazione: cioè riducendo e appiattendo tutti gli altri valori e le altre culture non omogenee ai modelli di una cultura centrale, cioè di una cultura del potere.”
L’obiettivo, secondo la sua analisi,era quello di trasformare gli uomini in conformisti e consumatori.
Ora, notava Pasolini,il ’68 ha praticamente aiutato il nuovo potere a distruggere quei valori di cui voleva liberarsi: “I contestatori distruggono esattamente quel che il potere neo-capitalistico vuole abbattere”: i legami tradizionali, religiosi, l’attaccamento alle radici, il senso comunitario, la solidarietà con gli altri, il senso dell’autenticità, dell’austerità, del mistero. E impongono esattamente ciò che il neocapitalismo vuole imporre: il primato del fare, il feticismo della roba, la proiezione totale nel futuro, il culto del progresso, la teologia del cambiamento.

“Il testamento di Pasolini”

tv

Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali.
Io detesto soprattutto il potere di oggi.
Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni è un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler.
Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti.
Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori.
Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento.
Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano. Il regime è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente ad ottenere, il potere di oggi, cioè il potere della civiltà dei consumi, invece riesce ad ottenere perfettamente, distruggendo le varie realtà particolari.
E questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che noi non ce ne siamo resi conto.
E’ avvenuto tutto in questi ultimi anni.
E stato una specie di incubo, in cui abbiamo visto attorno a noi l’Italia distruggersi e sparire.
Adesso risvegliandoci, forse, da questo incubo, e guardandoci intorno, ci accorgiamo che non c’è più niente da fare.

Pier Paolo Pasolini

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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