Il lavoro rende liberi

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

15895242_1280876381972200_7359282445149014863_nIl lavoro rende liberi, a pensarci, è una figura retorica imponente, un enorme ossimoro abbinato al cancello del carcere più famoso dell’Umanità.
Cosa c’è di più ironico e sadico assieme, che stampare una scritta che rappresenti da un lato, l’unica strada che uno straniero, un diverso da chi lo perseguita, ha per procurarsi posizione e dignità, e dall’altro mettere tale scritta sul luogo dove il lavoro non ha senso, il pane che ti procura è veleno, la divisa che ti veste è un sudario, le regole che ti dà sono finalizzate solo a disintegrarti l’anima?

Un sadico geniale deve averlo pensato, gonfio di odio verso quei suoi simili che lo facevano sentire tanto a disagio, tanto arrabbiato col mondo.Chissà, sarà stato un ex impiegato umiliato da un capo, o una laureata di basso profilo ferita dalla collega più preparata, un vicino di casa poco abbiente invidioso del riccone che gli abitava di fronte e non era nemmeno dei suoi.

Deve per forza essere andata così.

Un giorno fa, ho visto portare in trionfo un pensionato comunale che in 40 anni di servizio non ha fatto un giorno di ferie o di malattia e che quando si è operato ha preso le ferie, lasciandone 234 giorni di non godute..Un esempio.
Anche se i Greci credevano che il lavoro invece, servisse a comperarti il tempo per vivere la vita..il tempo libero per vivere.

Ma i Greci si sa, sono tutti morti da secoli e di loro è rimasto solo qualche simulacro e qualche foglio che tanti ormai non sanno più come leggere.

Ogni era ha evidentemente i suoi eroi che, come sempre gli rassomigliano.

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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