Quali furono i danni della Seconda Guerra in Italia

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Danni Materiali
milanoSe si dovesse stilare un elenco di quali furono i danni della Seconda Guerra Mondiale in Italia possiamo dire che di danni anche seri ne abbiamo subiti tanti, di cui moltissimi peraltro frutto di bombardamenti totalmente estranei alla logica bellica e rientranti in quel delirio criminale del bombardamento terroristico usato da tutte le parti contendenti in quel vero e proprio orrore che è stato la Seconda Guerra Mondiale (i cui anticipi storici e metodologici del resto erano stati la guerra di Spagna e le aggressioni colonialistiche, di cui l’Italia per prima fu gravemente responsabile, con i primi veri bombardamenti terroristici sulle città e la popolazione civile).

In Italia la quasi totalità dei bombardamenti sono stati operati dagli alleati (inglesi e statunitensi) mentre una piccola parte sono stati opera dei tedeschi nella seconda fase della guerra. Mentre incancolabili sono i danni materiali prodotti dalle razzie, dalle ruberie e dalle occupazioni delle case pubbliche e private da parte delle truppe naziste ai danni della popolazione civile inerme, composta dopo l’armistizio, da donne vecchi e bambini rimasti a casa mentre gli uomini erano al fronte o nelle fronde partigiane a combattere.Tacendo ovviamente in questa sede, quanto subito dagli italiani di religione ebraica.
fi 1944
Tutto il paese ne soffrì dolorosamente, da nord a sud passando per il centro. Per semplificare, si dovrà circoscrivere il contenuto di questa discussione ai danni al patrimonio storico-architettonico-artistico, tralasciando le considerazioni (pure interessantissime) sulla drammaticità della Seconda Guerra Mondiale e dei bombardamenti in termini di vittime (tra i 60.000 e i 130.000 morti secondo le diverse stime, ma la cifra definitiva è tutt’altro che chiara e i morti potrebbe facilmente aver superato la cifra massima riportata) feriti, mutilati e sofferenze di ogni tipo.A tal proposito è lecito ricordare velocemente quanto subito nelle campagne dal passaggio delle truppe marocchine alleate dai francesi, di cui il famoso film La Ciociara rimane famoso documento.
E’ quindi impossibile discutere della percentuale di danni subiti da ciascuna città in termini quantitativi e qualitativi (oguno può dare il suo contributo di conoscenza in particolare sulla base dei luoghi che più conosce, a partire da quello in cui vive).
Passando alle cifre,in termini assoluti di patrimonio architettonico storico distrutto le città che hanno sofferto più danni sono state (dovrebbe essere nell’ordine, ma è un calcolo molto difficile da effettuare e non ho ancora certezze):
Napoli
Milano
Torino
Genova
Palermo
Foggia
Roma (colpiti fortemente solo i quartieri esterni al centro storico delimitato dalle mura aureliane)
Messina
A view of the bombing of railway yards in San Lorenzo, Rome, by American aircraft of the Allied Mediterranean Air Command (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)[/caption]

In termini relativi e percentuali, le città che hanno subito le peggiori distruzioni (diciamo quelle con oltre 30.000 abitanti per mettere un limite minimo, perché alcuni centri minori sono stati anche rasi al suolo, tra tutti cito Recco, Cassino, Paternò come esempi estremi):
Rimini (80% del centro abitato raso al suolo)
Livorno (80% del centro abitato raso al suolo)
Foggia (80%)
Civitavecchia (80%)
Cagliari (70-80%)
La Spezia (70-75%)
Reggio Calabria (70%)
Messina (70%)
Ancona (70%)
Pescara (70%)
Palermo (non ho la fonte, ma credo attorno al 50%)
Napoli (40-45%)
Bologna (40-42%)
Viterbo (40%)
Milano (35-40%)
Torino (38%)
Genova (35-40%)
Vi sono state tante altre città pesantemente bombardate di cui però non si conosce con certezza la percentuale di distruzione. In ogni caso bombardamenti distruttivi del patrimonio storico (più o meno pesanti) sono stati inferti in praticamente tutte le città italiane con un numero di abitanti superiore ai 30.000-40.000 mila. Usando come criterio arbitrario non il numero di abitanti, ma l’essere o meno (ad oggi) capoluogo di provincia risulta che le sole città d’Italia non colpite dai bombardamenti furono:

Bergamo; Campobasso; Siena; Lucca; Ascoli Piceno; Lecce (forse ha avuto un paio di attacchi, ma molto marginali); Cuneo (da verificare); Novara (bombardata solo nelle zone limitrofe); Vercelli (da verificare).
roma44
Le altre città capolouogo di provincia italiane (chi più chi meno) sperimentarono distruzioni di varia entità. E la stessa sorte toccò a tantissime città minori, a volte anche piccoli paesi.
Solo per la cronaca e ad onore della memoria storica, le prime tre città per numero di vittime furono invece:
Napoli (20-25mila)
Foggia (attorno alle 20.000 ma la cifra rimane oggetto di dibattito)
Roma 7000 vittime
Ed ora qualche informazione di dettaglio sui danni inferti a Roma, che come noto, non subì (grazie al cielo) bombardamenti sul centro storico (per una serie di ragioni politiche in particolare legate alla presenza del vaticano).
I quartieri limitrofi costruiti tra il 1870 e gli anni 30 del novecento subirono però vastissime distruzioni di cui spesso si sa pochissimo. Spesso si ha l’idea che Roma sia stata una città praticamente esente dai bombardamenti massicci, ma, seppur non ebbe a soffrire l’intensità terribile subita da grandi città come Napoli, Milano, Torino, Genova, Bologna, Palermo, (soprattutto sul piano storico-artistico) tuttavia subì forti attacchi, di cui i due più clamorosi e più noti furono:
– il 19 Luglio 1943 con 3000 vittime e una vastissima distruzione del quartiere San Lorenzo, del Prenesino e del Casilino, Piazza Vittorio-via Merulana. Andarono perduti centinaia di edifici di epoca compresa tra il 1870 e il 1930.
Il danno artistico più grave naturalmente fu la distruzione quasi totale della basilica paleocristina di San Lorenzo fuori le Mura.
Ancora oggi in questi quartieri sono visibilissimi i segni della devastante incursione (la più intensa, come numero di ordigni sganciati) effettuata sull’Italia durante tutto il conflitto.
– il 13 Agosto 1943 con 1000 vittime circa, che devastò il Tuscolano, Appio, Casilino, Prenestino, Porta Maggiore, San Giovanni. Anche qui tantissimi edifici distrutti, chiese, scuole, ospedali.
Poi Roma ebbe un relativo periodo di tregua che finì nel Febbraio 1944 quando ricominciarono le incursioni aeree.
Tra Febbraio e Marzo del 44 fu la volta dei quartieri sud: Garbatella, Ostiense, San Paolo ebbero devastanti distruzioni (di cui ha sofferto molto l’urbanistica successiva di tali quartieri).
A Marzo 1944 ancora il tiburtino e il prenestino, poi il quartiere Italia, il Nomentano, le periferie di Montesacro e l’area attorno alla Salaria e poi ancora Ostiense e l’area ottocentesca di Trastevere (che porta ancora oggi gravissimi segni).
Tutte le zone bombardate di Roma sono state ricostruite malissimo, con alterazioni urbanistiche molto rilevanti. Il centro storico, come già detto, salvo danni minori allle sue propaggini meridionale (zona San Giovanni-Celio-Labicano) fu, grazie al cielo, risparmiato dalle devastazioni.
Del resto, come dicevo, sono state tantissime le città importanti d’Italia ad aver subito vaste distruzioni (nel mio elenco iniziale vi erano solo quelle con le distruzioni assolute e relative più pesanti).


Il bombardamenti a Napoli

Ancora non si deve dimenticare Terni nell’elenco delle più martoriate in termini percentuali (la città umbra, un tempo molto bella ed elegante perse l’80% dei propri edifici storici). Si potrebbe anche aggiungere Ortona (ma credo che possiamo considerarla come città dalle dimensioni minori). La città fu completamente rasa al suolo in quanto posta sul fronte di guerra della linea Gustav.
Qui segue un altro elenco in ordine sparso di alcune città di dimensione media o medio-grande che hanno subito almeno due o tre incursioni pesanti (con danni significativi al centro storico) oppure un’unica incursione ma di vaste proporzioni e con gravi danni (come Treviso). Tralasciando nella lista invece, i capoluoghi e le città che hanno subito incursioni minori con danni minori (nonché le città con meno di 30.000 abitanti)

Padova
Trieste
Udine
Gorizia
Vicenza
Treviso
Modena
Reggio Emilia
Parma
Ravenna
Pesaro
Verona
Bolzano
Trento
Cremona
Pavia
Alessandria
Savona
Prato
Pisa
Firenze (zona semi-centralipì vasti bombardamenti alleati dal cielo, più svariati edifici minati dai tedeschi sul lungarno)
Arezzo
Massa Carrara
Pistoia
Grosseto
Frosinone
Latina
Avellino
Benevento
Caserta
Isernia
Bari
Brindisi
Taranto
Catanzaro
Cosenza
Potenza
Salerno
Olbia
Alghero
Catania
Trapani
Caltanissetta
Agrigento
Siracusa

Danni umani e crimini di gerra nazisti

Le vittime italiane del nazionalsocialismo possono, in seguito a una sentenza della Corte Costituzionale italiana, chiedere i danni alla Germania. In questo modo la massima corte italiana si pone in conflitto con una sentenza del Tribunale internazionale dell’Aja del 2012 che dichiarava assurda la richiesta in quanto trascorsi i termini legittimi per ricorrere.
La Germania dal canto suo, teme una piena di processi civili e di tentativi di requisire e mettere all’asta beni tedeschi che si trovano in Italia. Altri paesi che erano stati colpiti dalla Germania nazista potrebbero poi seguire l’esempio italiano, come ad esempio l’Ucraina, la Russia e la Grecia.
nazi ita
Tra Germania e Italia è in corso ( tacitato dai media ) un conflitto difficile e pieno di conseguenze, relativo al rimborso dei danni causati dai crimini nazisti. La Corte Costituzionale italiana di Roma ha deciso nel 2014 che le vittime dei nazisti possono denunciare la Germania per danni di fronte a tribunali civili italiani. Il principio dell’immunità di stato, che impedisce di fatto questo genere di cause, non varrebbe, quando si tratta di azioni illegittime di uno stato, che possono essere considerate crimini di guerra e crimini contro l’Umanità. Questa la motivazione dei giudici romani: in simili casi estremi hanno la precedenza sui diritti inalienabili dell’uomo, che sono garantiti dalla Costituzione italiana. Il supremo tribunale si pone così in contrasto con una sentenza della massima corte della comunità internazionale. Il Tribunale internazionale dell’Aja aveva, nel 2012, dato ragione alla Germania nella causa per danni che la opponeva all’Italia. I giudici dell’Aja avevano deciso che l’immunità di stato vale anche per i più gravi crimini contro l’umanità. I tribunali italiani avevano pertanto dovuto respingere le cause civili di vittime italiane del nazismo come inaccettabili. L’Italia si era piegata alla sentenza e aveva emanato nel 2013 (durante il governo Monti..) una legge, che faceva della decisione dell’Aja una legge nazionale. Questa legge è ora stata cassata dalla Corte Costituzionale di Roma.
E la Germania teme per l’immunità di stato.
nazisti
Così in Italia ora si potrebbe arrivare a una vera e propria piena di processi civili contro la Germania. Avrebbero diritto di rivolgersi al tribunale, ad esempio, gli Italiani che erano stati portati in Campi di concentramento in Germania e che erano stati costretti ai lavori forzati. Anche coloro che erano stati coinvolti in massacri nazisti potrebbero denunciare per danni la Repubblica Tedesca. Se la Germania ignorasse le relative sentenze italiane, i querelanti potrebbero provare a requisire e mettere all’asta beni tedeschi che si trovano in Italia, ad esempio terreni di proprietà di istituzioni culturali. Simili tentativi sono già avvenuti in passato. A Berlino si teme già da tempo che l’esempio italiano possa avere un seguito in altri paesi che erano stati colpiti dalla Germania nazista, come l’Ucraina, la Russia e la Grecia. Anche per questo il governo federale si era rivolto al Tribunale internazionale. All’Aja aveva sostenuto che l’immunità di stato è una colonna portante del diritto internazionale e che serve alla convivenza pacifica tra stati, anche e soprattutto dopo guerre che abbiano portato a grandi ingiustizie.Il Ministero degli Esteri tedesco esaminerà la sentenza.
Al Ministero degli Esteri di Berlino, nel novembre 2014, è stata esaminata la sentenza di Roma. La posizione legale tedesca, sostenuta dal Tribunale internazionale, non cambierà in ogni caso. Il governo federale cercherà ora di capire, come si possa portare questa posizione a valere in Italia. L’avvocato militare attivo a Roma in molte cause relative al nazismo, Marco De Paolis, ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale: “Questa è una decisione della massima importanza, e io credo che la comunità internazionale non potrà ignorarla.”

Approfondimento

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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