SIAMO DIVENTATI GRANDI

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

In Italia dopo la Guerra civile siamo diventati grandi. “Quale guerra civile?”direte voi, che mi state leggendo.
Eppure una guerra civile accadde, quando il re Savoia firmò l’armistizio e fuggì lasciando il suo popolo in balìa di se stesso.
Ogni volta che leggo degli eventi dei mesi che precedettero e seguirono il tragico 8 settembre 1943, mi agghiaccio nel pensare al destino di un popolo tradito da tutti, che assiste allo sfascio totale dello stato, delle istituzioni e dell’esercito, che resta senza alcun punto di riferimento, senza più sapere chi è l’amico e chi il nemico, mentre tutti gli sparano addosso e mentre ciò che fino al giorno prima era motivo di onore diventa all’improvviso motivo di vergogna. Un popolo che, mandato in guerra, aveva spesso combattuto eroicamente, malgrado la criminale inefficienza di chi l’aveva lasciato talvolta senza scarpe, senza armi e senza rifornimenti. Un popolo che aveva già offerto al conflitto un cospicuo tributo di sangue e, privo ormai di ogni di ogni guida disposta a prendersi le necessarie responsabilità, deve all’improvviso decidere da solo, per la sua stessa vita e per quella del suo paese. E allora c’è chi si disfa della divisa e vuole solo tornare a casa, ma c’è anche chi compie delle scelte precise, a volte per convinzione profonda, a volte sotto l’influenza di qualcuno che stima, talvolta per caso o perché non può fare altro. Sia chiaro che nessuno di noi può essere sicuro di quale scelta avrebbe compiuto allora, per saperlo bisognava esserci, quindi nessuno ha diritto di sentirsi “antropologicamente superiore”. Resta il dramma di un popolo che si trova diviso in due, l’un contro l’altro armato – i combattenti, nel momento del loro massimo, furono più o meno circa nello stesso numero da entrambi le parti – mentre tutto attorno a lui due eserciti stranieri si scontrano sanguinosamente sul suolo patrio, e proseguono i bombardamenti, e cominciano le deportazioni e gli eccidi. Ed è quasi un prodigio che da una simile situazione catastrofica sia nata la nostra Italia attuale, che pur con tutti i suoi problemi e le sue storture, è uno dei paesi più DEMOCRATICI, CIVILI ed AVANZATI del mondo.” (Danila Comastri Montanari, riflessioni sul libro “Una Guerra Civile”di Claudio Pavone)

Sir Winston Churchill diceva di noi: “gli italiani perdono le guerre come se perdessero una partita di calcio e perdono le partite di calcio come se perdessero una guerra”. Ma invece siamo dventati grandi.

Siamo diventati grandi quando chi ci doveva governare ci ha tradito: proprio come certi ragazzi che escono da famiglie difficili e maturano prima, capiscono prima di dover contare solo su se stessi.
Quando all’estero ci dicono che siamo inefficienti perché non rispettiamo le regole, che siamo ingovernabili e inaffidabili, che siamo ladri, che siamo incivili perché non rimaniamo in coda e paghiamo poco volentieri le tasse, che siamo stupidi ad essere così generosi con chi viene solo dalla miseria,che siamo troppo devoti alle tradizioni cattoliche perchè poco emancipati, non hanno ragione.
Chi come me ha avuto la grazia di viaggiare in tempi più pacifici di questi, si è accorto che la presunta cività di certi popoli è, nella maggior parte dei casi, solo soggezione o finzione, dacché quegli stessi popoli, quando si trovano lontano dai propri manganelli, agiscono spesso in modo incomprensibilmente incivile.
Questo popolo invece, non crede molto alla politica perchè di buona non ne vede da decenni. Ha visto buoni papi però. Questo popolo ha imparato a fare senza e a gestire le regole con la propria coscienza piuttosto che seguirne di assurde o di ingiuste quando capitano. Questo popolo ha imparato a convivere con l’inciviltà e la corruzione e nonostante questo è tra le 7 nazioni più importanti della Terra, col suo piccolo territorio – bellissimo ma piccolo – ricco di acqua e di vegetazione ma povero di acciaio e di petrolio; ricco di arte e di tesori, ma povero di gas e di pietre preziose.

Fanno bene quelli che scioperano per mettere dei diplomati non laureati e privi di concorso ad insegnare a scuola: non importa se d’infanzia o superiore, tanto i sindacati supportano da anni passaggi di cattedra inconcepibili. Fanno bene; studiare la storia o la filosofia, la letteratura e la storia dell’arte da persone preparate è pericoloso. E’ pericoloso soprattutto, selezionare i cervelli dei ragazzi migliori: è meglio appiattire tutti in una mediocrità governabilissima.
Hanno fatto bene quelli che hanno sponsorizzato i furbi e gli immorali ( e le furbe e immorali) come modello vincente: con le pance si ragiona meglio, e si vende meglio soprattutto, che coi cervelli e pertanto è meglio pubblicizzare i bisogni corporali come modello di vita piuttosto che non quelli culturali.
Hanno fatto e fanno bene. Meglio non sapere chi sei e per cosa sono morti i tuoi nonni e di chi tu sia l’erede.
Uno smartphone, un selfie, un po’ di sregolatezze di pancia e sei dei nostri.

Siamo diventati grandi. Ma i nostri figli, con questi presupposti, lo diventeranno mai?

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (3 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Ti piace? Condividi!

Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
Seguimi su Facebook Twitter Google+ RSS e-mail