Sindrome di Munchausen

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

donna “Con sindrome di Münchausen s’intende un disturbo psichiatrico fittizio in cui le persone colpite fingono la malattia od un trauma psicologico per attirare attenzione e simpatia verso di sé. A volte è anche conosciuta come sindrome da dipendenza dell’ospedale. Il personale sanitario talvolta si riferisce a questo tipo di utenti con l’appellativo di viaggiatori abituali, poiché tornano in ospedale proprio come i viaggiatori abituali frequentano gli aeroporti(…) Il loro tono affettivo prevalente è la superficialità emotiva (…) La sindrome di Munchausen può essere anche nella variabile per procura quando è il  bambino del malato ad essere  usato come sostituto del paziente spesso per appagare il desiderio del genitore di mettere in atto un dramma personale e rinforzare la loro relazione.” (web)

Ritratto del giovane barone di Münchhausen

Il nome della sindrome deriva dal Barone Freiherr Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen (1720-1797), un nobile tedesco, che era noto per raccontare molte storie fantastiche ed inverosimili su se stesso al punto da divenire l’eroe di un romanzo di Raspe Le avventure del barone di Münchhausen.

Questo disturbo si ritrova spesso nel mondo solitario e anafettivo moderno, sovente non è dichiarato dai medici perché mai davvero scoperto. Come per i tanti anziani o più spesso donne anche giovani che ne soffrono, sono ossessionati dalla propria salute o da quella, se ne hanno, dei loro figli, convinti di riscontrare tragiche malattie in loro come in sé o in chi li circonda. Consumano medicine omeopatiche, naturali o chimiche e ne fanno dono come forme di affettuosa attenzione al prossimo, escono ed entrano spesso da estenuanti check-up a cui sottopongono se stessi e vorrebbero sottoporre figli e parenti.

Ma perchè? Si cerca l’attenzione e si accusa il prossimo di disattenzione, di crudeltà, di superficialità. Lo si controlla con la psicologia del terrore o della minaccia dela propria imminente fine. Sono tipi umani terroristici che tendono a spaventarsi e spaventarti con tragedie in arrivo o occorse a conoscenti, sono maestri del senso di colpa con cui frustano senza sosta chi ancora tenta di occuparsi di loro. E poi accusano chi, esasperato si mette in salvo da tanto egoismo. In senso sociale, ne troviamo a minacciare disastri e apocalissi finali in cui si beano al pensiero: e FB ne è pieno…

Salvarsi non si può perché non si può guarire un sano malato di egoismo: si può fuggirne o sperare che si ammali il che però, considerato l’attenzione furiosa che mette a se stesso è praticamente impossibile.

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...

Ti piace? Condividi!

Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
Seguimi su Facebook Twitter Google+ RSS e-mail