Poesie XXXIII: “Che dirti del mondo?”
Che dirti del mondo?
Vorrei essere altrove.
Potrei nascere pesce
e sguazzare nel mare infinito,
o libellula,
per sorprendere
le verdastre paludi.
Potrei essere fiore,
Galatea dalle foglie amaranto,
o esotica Anthurium,
timorosa dei raggi solari
ed un pazzo,
evocato in un sogno,
una notte di ottobre
sibilò
fossi figlia di Urano.
Ricordai Timeo di Platone
nelle parole
e un sapere profano.
Il dolore della mia estraneità
appartiene alla mano
di un umano inumano.
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