Sbattimi che non la conosco

Ha scritto Alessia Niccolucci, il

Sbattimi che non la conosco

Questo è un racconto: ma come si fa a vivere e a scrivere un racconto come un libro su ciò che si è vissuto.? E scrivere è un mestiere o pura fantasia?

“E quindi scende giù il silenzio.
Sulle ali del pensiero
La bimba sogna che percorre
La terra del mistero…
[…]

E così delle Meraviglie
La Terra fu creata,
Con i suoi mille fatti strani…

Alice! Accogli questa fiaba
E con gentile mano
L’intreccio di ricordi e sogni
Riponilo, ma piano,
Come del pellegrino i fiori
Che vengon di lontano.”
(L. Carroll, ” Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie)

Racconto pubblicato in http://www.eur.roma.it/fileadmin/racconti/sbattimiCheNonLaConosco.pdf

Tradotto e pubblicato  in svedese da Allan Persson qui.

Vederlo passare dietro la finestra, sostare, guardarmi. E poi ancora sparire. Notte e giorno, inverno e autunno il vetro illuminato, la serranda alzata e la sua testa piena di riccioli neri che si affaccia e mi guarda. Balcone balcone. La sensazione strana di saperlo a casa di un’altra lì a guardarmi e chiedermi se stia lì per guardare me o se l’estate scorsa era venuto da me perché da là già mi aveva vista. E poi trovarlo nelle macchine sotto casa dei miei quando scendevo per andarmene, o in palestra o davanti casa mia chiuso in macchine piene d’amici, quando un’amica mi chiedeva di scendere o uscivo per andare a correre..ma sempre di lontano, triste, spaventato come un ladro e mai affrontarmi, mai guardarmi mai telefonarmi..dopo quell’ultima chiamata in agosto quando urlando mi aveva detto di non cercarlo mai più..tra le lacrime..mi ero ferita, dilaniata, violentata nel lasciarlo andare..dieci giorni a casa mia, amore immediato, pieno..e poi quei giorni in cui stavo a Singapore a decidere se lasciare il vecchio o seguire il nuovo..notti intere in chat mentre l’altro dormiva arrabbiato..la fuga da lui, l’arrivo tra le sue braccia e amore pieno, totale, immediato..prima dieci giorni a parlare senza altro che baci e carezze..e da me non è, non è mai..e poi amore pieno totale immediato..e poi la confessione fra le lacrime di lui “Dovevo trovarti in un momento diverso..questo è un momento particolare..io faccio la puttana”..a sentirlo parlare così pensai che intendesse l’incapacità di legarsi..e poi la sua improvvisa sparizione “per un po’ devo lavorare ci vediamo e ci sentiamo, non ti preoccupare non lascio nulla a metà”..e quattro cinque giorni senza vederlo; sentirlo solo nervoso al telefono, le sue magliette e i suoi calzini stirati nel mio cassetto..poi quella domenica di nuovo silenzio. Telefonare e telefonare senza risposta..telefonare preoccupata a casa dei suoi e sentire un disco invece che una voce..e quel suo messaggio alle 04.30 di insulti..e il mio in cui gli dicevo basta…perché poi prima c’erano stati i messaggi di Cristina di cui non gli avevo mai detto..Cristina, l’amica di sua madre, 56 anni, sposata con due figli della età di lui..che mi aveva scritto il giorno della sua sparizione “di lasciare stare il suo toro”..e io che non capivo..e poi la telefonata e il thè con Fabia, 57 anni, sposata con due figli, che mi dice che lui era stato amante di Cristina e di lei e che gli spillava soldi e che voleva proteggermi, salvarmi: “lascialo stare, ti voglio avvertire, lui ti ama, tu lo ami, ma tu non sai chi è veramente..”. La mia fuga in Toscana, i continui messaggi di Cristina che mi chiedeva dove fossi se stessi con lui gelosa furiosa matta..e poi la sua telefonata fra le lacrime..”dimenticami..io non ero pronto..dimenticami..terrò le tue poesie”..e poi io che vado a Porto Ercole e lo vedo in spiaggia con una cinquantenne tatuata e volgare che gli si struscia e mi guarda in cagnesco..era lei a pagare..era chiaro..era troppo..troppo. Tornare a Roma e scoprire che abitava a casa di una donna di fronte a me, che mi guardava di continuo..scoprire che mi scriveva ancora su Facebook sotto falso nome, fingendosi un vecchio..

Ma io lo so che era lui..lui geloso quando mi vedeva uscire con un uomo, quando mi scrivevano altri uomini, qualunque ragione avessero per farlo..geloso persino delle amiche..e poi le passwords craccate delle mail e di facebook..un delirio in crescendo quell’autunno culminato quel sabato mattina di febbraio: io che dormivo e il telefono che suona”Ciao sono Adriana, alle tre posso venire a passeggiare sotto casa tua.?”. “Sì..certo, ti richiamo”. Stravagante proposta per una casalinga e madre modello di 46 anni. Lei sempre impegnata in cose da mamma..ma avevo troppo sonno e le dissi di sì..Un’ora più tardi mossa da uno strano sentimento le propongo di andare altrove, lei si ostina ma io insisto, e cede..come sempre Adriana a quel che voglio..la mia amica del cuore, timida e anoressica, nevrotica e sola se non ci fossi io..e poi non so come a parlare di lui con lei cominciai io, sfogandomi di questo amore e veleno a distanza, di quello che avevo patito con i messaggi minatori di Cristina e poi le mail di Fabia, piangenti per passione del talamo abbandonato..perché lui prima seduce, poi se lo vuoi..devi pagare..fargli regali, e non sempre si può..Loro ricche non sono; sposate e sfaccendate forse e invece che un massaggio dall’estetista chiamavano Luca..tanto i mariti non c’erano mai..e Adriana che sbianca e freme e mi chiede di tornare..saliamo sulla sua macchina. Lei guida muta e immobile e imbocca il viale del mio quartiere..poi meccanicamente gira, gira ancora e si ferma davanti al portone..ma non era mia la casa né il mio portone..”Adriana che fai?” fingo io mentre il gelo mi percorre la schiena..le lacrime mi salgono e non voglio capire..”Nulla, non abiti qui?” improvvisa lei..l’odore pungente del suo sudore di animale in trappola mi sale alle narici..”No, portami a casa per favore.” Gira e mi porta da me, mi saluta festosa come se nulla fosse. Torno a casa. Il silenzio mi esplode nelle orecchie..e poi il pensiero..”Perché Adriana” non è possibile, lei no..e poi ancora quel senso di frustrante dolore nello scoprire l’impossibilità dell’amicizia leale tra donne se si frappone un pene..il dolore di sentire che non sono donna allora io, io che non sono così..e poi il pensiero della difesa di me, perché poi ne vennero altre ed altre e perché lui abbia scelto sempre donne mie amiche, mie conoscenti, mie colleghe o compagne di scuola o vicine di casa..perché mi faccia questo non lo capisco..dicendo loro che è un mio ex per evitare che loro mi parlino di lui..e poi sempre, quando lui comincia a chiedere soldi o le molla loro mi vengono a cercare e si vendicano…mi perseguitano, cercano risposte che io non ho ”Sciocco uomo, perché mi fai questo? Vuoi sapere tutto di me? Vuoi rovinarmi la vita? Vuoi distruggermi la vita.?” Scoprirmi seguita mentre cammino in macchina da lui, dai suoi amici che ora conosco uno a uno..scoprire che quell’autunno aveva agganciato sedotto e usato anche altre donne legate a me. Due amiche di una parente Silvia e Claudia, una single una sposata che si sono addannate per lui e mi hanno odiata rese feroci dalla gelosia..nessuna di loro sa chi è davvero, cosa fa davvero..sedotte da una legame romantico e poi usate..usate per feste e giochi erotici a pagamento..certo loro non sanno che gli altri partecipanti pagano per star lì a far sesso, ma accettano ebbre di passione.. e poi salutate dopo l’uso..l’omertà della vergogna, il risentimento o la complicità supposta con me..e io che non capivo, non capivo cosa accadesse…perché con me questo non era mai stato, con me c’era stato un Luca che era solo mio, senza lussuria senza giochi, solo amore. Lui aveva cercato di proteggermi prima che Cristina infierisse: “Devi ringraziarla lei ti ha salvata da lui!” Era stata Fabia a parlarmi mentre cercava di riabilitarsi..Ero innamorata e distrutta assieme. Se solo non abitasse davanti a me, non mi seguisse, non mi scrivesse, non si portasse a letto tutte le donne che conosco..ma quante puttane ci sono in giro? Ma chi ho frequentato sinora, ma che ne è stato della mia vita e di loro.? E’ bastato che lui pronunciasse il mio nome e loro avevano detto sì a tutto..”.Perché mi fai questo?” “perché mi guardi e mi ami e poi mi distruggi?” scrivevo al sul alter ego facebook che rispondeva con parole e poesie d’amore..poi Nadia, la madre del mio vecchio alunno comincia a cercarmi, vuole essermi amica, e poi Giulia la giovane giornalista che è arrabbiata con lui e poi Cristiana, l’amica coinvolta da lui negli scambisti, madre modello si era riempita di tatuaggi per compiacerlo..tatuaggi davvero simili ai miei..e poi Giuliana con cui aveva solo rapporti orali che mi dice lascialo giocare e poi Paola la ex collega che mi cerca su fb con gli occhi morbosi e poi ancora Marina e Lucia e la pazza Veronica che mi invita al ristorante per farmi sapere che lei e lui fanno sesso davvero ma che lei è sempre mia amica perché sa che lui ama solo me e che torneremo insieme quando tutto questo sarà finito, e Sabrina con lui lui abita e ci scopa e lo ama e che facendo il vigile urbano mi fa arrivare una multa inesistente e altre cento donne sposate, single, belle brutte vecchie e giovani ricche e povere..e poi tra le amicizie del lavoro…Tutte con la stessa tecnica: agganciate da Facebook, tra le mie cinquemila amicizie e i mie duemila fans, sedotte,fatte innamorare, indotte in una storia e poi portate per mano o a pagare le sue prestazioni e il suo “amore” o a far da prostitute incoscienti in feste ed orgette in cui i maschietti pagavano..ma come è possibile che tutte ci siano cascate?? Sono di sasso..è un incubo a cui non credo..ma poi la realtà ogni mattina si presenta..e io lo amo ancora e lo odio, lui mi ama ma mi distrugge, promette che tornerà e non so perché..e tutte queste donne non esistono più..io sono sola, sola e disperata…e ogni singola parte della mia vita è controllata da lui che mi controlla dal pc o sa tutto di me dalle donne che da sempre fanno parte del mio quotidiano..è un incubo senza uscita..

Ma non è tutto, perché non è finita ancora..

E’ importante avere degli ex collaborativi: è il caso di Paolo, ispettore capo nel posto giusto a cui mi rivolgo disperata..mi aiuta a capire a sbrogliare la matassa e mi porta dove scoprono che il mio pc è controllato a distanza..ma il nome non è quello di Luca, ma di un suo amico..lo puliscono e lo rendono di nuovo utilizzabile e sicuro..”Non possiamo far nulla,mi dispiace”, però è la frase che non avrei sentito se avessi potuto vivere in un paese che non è l’Italia. E’ stato allora che me ne sono accorta: segni tracce impercettibili..come faceva dieci giorni dopo il computer ad esser di nuovo controllato.? Lui entrava a casa quando non c’ero. Dormiva nel mio letto, leggeva i miei libri, metteva la sua chiavetta nel portatile e si leggeva quel che voleva…frugava nella mia biancheria..cambio la serratura e mi decido a scrivergli via fb: “Dobbiamo parlare”. Nulla. Le sue parole sono di amore ma anche di addio. Non riesce ad affrontarmi direttamente “Mi giudichi, mi faresti domande”. E poi le poesie via fb attraverso il profilo falso, mentre col suo nome nega di vivere davanti a me, nega di conoscere quelle donne, nega ogni cosa, tranne le mie poesie e il ricordo di me.. nessuna speranza di vederlo..di parlare con lui..lo vedo dal vetro..della finestra della macchina da cui mi spia, ma dal vivo no..gli racconto dei messaggi delle sue amanti,- o dovrei dire clienti?- delle mie amiche..nega ogni cosa, si stupisce..ma tra le menzogne un’unica verità: “Le tue amiche si sono vendute per invidia e gelosia tua, povera Alessia..è stata quella la leva. Sbattimi che non la conosco, dicevano, in fondo non siamo mai state amiche, dicevano, o chiedevano se eri più brava e bella tu a letto..”.

“Ma chi? Ma perché? Perché mi fai questo, e dici amore.?” Non risponde, tace, sparisce, e scrive poesie d’amore dai profili falsi in cui promette amore in un futuro lontano..X

Sono inferocita e annientata..ma non mi arrendo e insisto a tentare di capire…e intanto è arrivato marzo..

E con marzo arriva Carlo: l’ennesimo mal di schiena mi conduce da lui e dalle sue mani capaci..durate il massaggio benefico parliamo, mi chiede cosa abbia, mi sente rigida e sulla difensiva..e io, sempre tanto riservata e prudente lì, mentre mi leva il male dalla schiena comincio a parlare di ciò che sinora non avevo condiviso con nessuno, senza nomi, senza chiarire ma gli dico tutto..”le mie amiche sono state tutte sedotte dal mio ex..io non capisco..dieci donne tra amiche conoscenti e colleghe..perché, perché le mie conoscenze.?si vendica.?”lui tace e continua. Termina e mi dice di vestirmi, poi mi porta di fuori, lontano dal passaggio. “Vi sono organizzazioni per questo” mi spiega dicendo che era capitato a una sua amica. “Un uomo ti aggancia e seduce, poi ti coinvolge in festini e orgette in cui i partecipanti pagano e intanto a tua insaputa entra in contatto con tutte le donne del tuo entourage e fa altrettanto. La storia dura finché non partecipi a queste cosette poi ti accanna. E se non sei giovane e carina invece,ti spenna chiedendoti soldi. E’ un’organizzazione, e certo anche a te ha proposto queste cose..”Lo guardo basita e incredula “cosa dici..?non si vendica di me ma solo mi usa come una mailing list?” “esatto..ma tu..?” “Io cosa? Una sera si è arrabbiato perché avevo una camicetta scollata..! non a me, nessuna proposta ma..perché allora se fa questo “lavoro” cerca le mie amiche, solo donne che mi conoscono, perché mi segue perché non mi molla?” “Se mi dici così, ti rispondo che forse con te voleva davvero qualcosa di diverso, che la sua vita non era compatibile con te e che però, non riesce a lasciarti andare ma nemmeno può stare con te”..

Penso qualche giorno alle sue parole..tutto torna..

Intanto riporto il pc a pulire, cambio i mobili di casa e nonostante la serratura nuova, nascondo il portatile e metto un piccolo allarme..poi una nuova scoperta..in fb i mie amici maschi cominciano ad essere strani.Non rispondono ai miei messaggi, la chat non funziona..sono stati i mie alunni ad accorgersene..”prof ma ieri perché non mi ha risposto alle domande in chat.?” “Ieri? Ma io non c’ero ieri..” “Sì prof, c’era ma era strana..”

Ecco ancora lui..profilo craccato, ero diventata un avatar..non ero io che gestivo posta e chat..ma perché lo faceva? Gelosia.?io non capivo ancora..

E allora la decisione: disconnetto l’account dopo aver avvisato i fans della prossima creazione di un blog..e prometto rivelazioni..arriva la sua mail, nome finto certo, disperato mi chiede un mezzo per continuare a parlare..sono inferocita e lui sembra strano, sembra non capire davvero stavolta..allora gli dò un account solo per lui sapendo che le sue mail saranno piene di trojan non posso mischiare la mia corrispondenza con lui..si tranquillizza e mi lascia andare..ma ancora non è finita..

Arriva una festa: cento invitati, locale enorme con musica cibo e piscine..vado, entro nello spogliatoio femminile per indossare un costume..entrano donne a gruppi, molte mai viste, mezza età, benestanti, libere o sposate..parecchie mi fissano e sorridono amichevoli..e tutte, tutte finiscono col venir da me,presentarsi e dire:” Ciao! Tu sei..la famosa, quella,.. sei tu!?”stordita mi chiedo di che parlino costoro..sembrano felici che io sia lì,come se mi conoscessero da una vita…ma non erano i tipi di donna che leggono i miei libri, quanto quelle che partecipano al GF11..la festa comincia, divertente, allegra..i camerieri e le guardarobiere mi guardano fissa e per quanto bene possa stare con quel costume comprendo che mi sfugge il senso di tale popolarità… si ride, si scherza, si parla fra amici e conoscenti di zona..uno di questi è brillo e ciarliero e si mette a chiedermi perché lo abbia cancellato da fb..gli spiego che ne sono uscita perché avevo avuto alcuni guai..se ne lamenta molto e mi gira intorno tutta la sera con poco successo..per evitarlo devo uscire dalla stanza del buffet, ma lui mi segue tenace. “Vuoi da bere? Che bevi?” “non bevo sono astemia.” “Ah..e giochi a carte almeno? O fumi?” scherza..”No, nemmeno”..i camerieri mi puntano gli occhi addosso manco fossi una star, sembrano attendere qualcosa..” E allora uno dei tuoi altri vizi stasera lo condividi con me.?” Rispondo piccata, ma lui insiste burlone e ubriaco..e mi parla di una me che anima festini hard con performances di alto livello..lo guardo sconcertata..” che dici?” rido per farlo parlare e perché sono fuori di testa..”Che fai decidi tu quando, prima ci inviti e poi tutta mascherata ci fai divertire..stasera scioperi?” Scappo sconvolta nel guardaroba e trovo un’altra sorpresa..la ragazza che mette qualcosa nella mia borsa, ma io lì per lì penso solo andarmene..prendo i mie vestiti e la borsa, vado nello spogliatoio e controllo soldi e cellulare e vedo che c’è tutto..mi vesto e scappo a casa..sconvolta..X

Qualche giorno dopo torno a cercare Carlo che alla fine esce per parlare da solo con me. Gli spiego le ultime vicende..tace e mi dice di preoccuparmi solo di tenermi lontana da tutto questo..dice che il mio ex è un pazzo e che io prima o poi devo dimenticarlo..mi dice di tenere al sicuro il pc..sono stanca e affranta..mi chiede il numero e mi dice che prima o poi mi chiamerà per andare a prendere un gelato..accetto.

Quando arriva la sua telefonata però,sono le undici di sera e mi chiede di raggiungerlo se voglio..io voglio e vado all’appuntamento..si presenta Carlo ma con indosso una divisa:” Sono un poliziotto”dichiara. Non so perché lo abbraccio, anzi lo so, e lo interrogo..il quadro è chiaro, come è chiaro cosa faccia in verità nel mio circolo sportivo dove ultimamente vedo aggirarsi le madri dei mie alunni che mi hanno cercata senza successo, i cari amici di Luca intravisti nelle macchine che mi hanno seguita con lui dentro, la donna di Porto Ercole che era con lui quest’estate e che continua a guardarmi in cagnesco..solo lui manca..o forse ci sono sempre stati ed io non li avevo mai notati..e poi c’è Carlo che un po’ mi aiuta un po’ mi studia perché non ha ben capito chi sono e che ci faccio in questa storia..ed io con lui..”uno così..ma che gli hai fatto mai per farlo fissare così con te?”celia Carlo..ci penso un po’ su..”Nulla, noi ci eravamo innamorati, anche se lui è pazzo. Forse sono l’unica cosa pulita che ha avuto.” Rispondo. Rimane a guardarmi, in silenzio. “Se lui venisse da te pulito da tutto questo, cambiato, lo accetteresti?” chiede. Ci penso un po’..”..non credo sia possibile questo, Carlo..”

Ormai è giugno e i nodi stanno venendo al pettine..perché anch’io il pc lo so usare..

Il mio pc è pulito, la mia rubrica telefonica pure: apro il blog e comincio a cantare avvelenata. Nella letteratura varia di cui scrivo e commento infilo la serie “Gli amanti del nulla” dove a passo passo sputtano l’organizzazione, le donne che si sono fatte fregare da Luca e dal suo Cyrano, gli uomini che credendo fossi io, si sono fatto adescare dal mio profilo fb e coinvolgere-a pagamento – nelle feste di cui sopra dove, a mio nome, qualche squinzia di malo affare faceva le sue commediole porno per sfigati…l’organizzazione era retta da una donna ricca e potente, legata a chi di dovere: i ragazzi servivano per adescare via pc e via letto donne da usare gratis per party a pagamento: Cyrano scriveva frasi e mail infarcite di cultura e parole..bravo Cyrano a capir le donne, amico di Luca, lo stesso che controllava il mio pc..e Luca ci metteva la faccia e la persona sfruttando la sua bella presenza e il suo sex appeal..le donne cascavano come pere..io ero l’esca per le une-ecco perché donne che mi conoscevano, seguivano, stimavano o altro erano state le predilette inizialmente- e esca anche per gli uomini legati a me dalle stesse ragioni, virtuali se per fb o dirette se si trattava di amicizie reali..avevano sfruttato la mia popolarità su fb, la mia comunicativa per far soldi e truffare idioti e idiote che, a mio parere non meritavano di meglio ma io a questo punto, dovevo tirarmi fuori da questa merda in modo plateale..e così ho fatto..creando ovviamente una valanga…X

Mi sentivo libera e riabilitata..di nuovo con la speranza di aver mandato a monte tutti i loro progettini..

Poi arrivò quella notte..i muscoli mi si irrigidirono ma la tachicardia e le allucinazioni mi impedivano di alzarmi da letto..mi trascinai al bagno lavandomi la faccia..ho sempre pensato che la droga sia una merda e il mio corpo sano e disabituato riusciva a comprendere la differenza tra i suoi impulsi e quelli indotti da quella porcheria..alle tre di notte scesi in macchina e raggiunsi casa dei miei..sfinita mi misi a letto e dormii sino alle due del pomeriggio..perché lui mi avevano fatto questo.?per punirmi di aver parlato.? Erano di nuovo entrati a casa mia..mi avevano messo quella roba nell’acqua o chissà dove..

Io dovevo tacere: smascherato il giochetto, scoperto il trucco, il mio nome non funzionava più..finiti i soldi..mi aveva punita perché non gli facevo più guadagnare i suoi soldi..e diceva di amarmi..e quel che è peggio, entrava e usciva da casa mia come voleva…quindi non era più un fatto di chiavi, ma di organizzazioni di scassinatori e briganti di professione..bene, ora dove sarei potuta andare.?Cosa potevo fare da sola?

Mi accorsi con orrore che altre sere avevo sintomi simili sebbene più leggeri..l’acqua aveva un sapore diverso..iniziai a bere acqua minerale ma dopo un po’ di nuovo la tachicardia..mi accorsi che era il dentifricio..e lo cambiai..cambiare serratura alla blindata non serviva e a raccontarlo avrebbero creduto in una forma di paranoia e di sovra-stress nervoso..

Ne parlai a Carlo che sembrava sminuire la faccenda…ma io stavo male..alcune sere in modo maggiore di altre..ricominciai a scrivere a lui, chiedendogli di smettere, ma Luca sembrava preoccupato per me e sorpreso..mi consigliava di andarmene. Con le mail parlavamo, sebbene il gioco fosse quello di fingere che parlavo di lui con un altro così: solo riuscivo a cavar fuori delle verità da Luca che non riusciva ancora a parlarmi direttamente. Ero arrabbiata ma non capivo tutto, qualcosa mi sfuggiva..perché mi faceva male e poi negava.? Perché frugava tra la mia posta, contattava i miei amici o colleghi cercando di inficiare i nostri rapporti, quasi a fare un atto di terrorismo contro tutti i lati della mia vita..che senso aveva.? Perché..?

Mancava un ultimo atto alla storia, la chiave di lettura finale..il colpo di scena..

Mi decisi in una mail ad affrontare con Luca un’altra questione: nel nostro stesso quartiere viveva uno dei suoi amici: spesso mi aveva contattato prima via facebook e poi anche direttamente, cercando di avvicinarsi in palestra mentre mi allenavo o passando sotto casa mia o talvolta, facendo timidi segnali dal suo balcone. Io avevo ignorato le sue avances poiché era assurdo che un caro amico di Luca si mettesse in mezzo, soprattutto considerando le difficoltà che avevamo e avevamo nelle semplici comunicazioni tra noi..così glielo dissi, parlando di lui in modo da farlo un po’ ingelosire, decantandone la gentilezza e la sensibilità…certo la reazione fu inattesa..

La verità esplose, rivelatami da lui stesso come mille frecce insieme..quell’uomo era la causa di tutto..gay, innamorato di Luca, si era trasferito persino a fianco a lui..di sua iniziativa, era stato lui ad insidiare le mie password, lui a craccare il mio profilo facebook, lui, parte integrante dell’organizzazione a coinvolgerci Luca e poi a usare il mio nome infangandolo in quel modo, lui a cercare di distruggermi, lui, lui, lui a tentare di metterci l’uno contro l’altra..Luca mi confessò che stava per andarsene da quella casa e da quella vita, che dopo quello che aveva saputo anche da me aveva deciso di scappare da loro, da lui e cercare di ricostruire un’esistenza diversa…era stato sempre lui a spingerlo a sedurre proprio le donne a me legate piuttosto che non estranee sempre con l’intento di minare i nostri rapporti, ucciderci l’uno con l’altra..era stato lui a sedurle con lettere d’amore e parole dolci mandando poi Luca a finire il lavoro..lui uomo maturo, separato, benestante, colto e manipolatore…mi ricordai del film Il Silenzio degli innocenti, quando Luca mi fece notare come con una sorta di mimesi, lui aveva cominciato a imitarmi cercando di assomigliarmi, cercando di legarlo a lui in tutti i modi in cui poteva…

La dissoluzione dei loro rapporti fu una catastrofe per lui: cominciò per più di dieci giorni dopo che Luca aveva lasciato quell’appartamento e quella donna che era anche una sua sciocca amica, a farmi seguire, a tentare nei modi più insistenti di entrare nelle mie poste elettroniche, nel mio quotidiano, terrorizzato che ci incontrassimo, vedessimo, parlassimo..Luca mi scrisse che sarebbe stato necessario non scriverci per l’estate, lasciare sbollire la cosa, risentirci a tempi meno pericolosi per entrambi…

Fui d’accordo..ma non senza agire..qualcuno delle vittime segnalò le illiceità della signora alla polizia e quell’estate anche lei cadde..con lei cadde il gruppo, una lobby-gay che gestiva il traffico in cui Luca faceva “manovalanza d’amore”: lui e gli altri uomini erano stati pescati fra quelli disoccupati, o precari o con qualche piccolo precedente penale per detenzione di droghe leggere in modo che fossero ricattabili e facilmente manovrabili. L’organizzazione seduceva donne e uomini che poi avevano qualcosa da perdere: entrando nelle loro vite o coinvolgendoli in giochi, li filmava e poi li ricattava…questi adescatori erano perfetti come “scrittori”poiché non si lasciavano coinvolgere dalle signore ma avevano l’eloquio giusto, per sedurle via facebook, mail e per tutte le altre vie dirette e indirette, da sempre più vicini di un uomo a comprendere l’animo femminile e le sue debolezze. Talvolta partecipavano ai festini e loro stessi fungevano da asettici gigolò..e poi c’erano gli schiavi appunto: gli uomini di bell’aspetto, costretti o spinti a far da prostitute per mangiare..

Pensavo alle signore che avevano diviso il letto con lui per poi pagarne i servizi..alle giovani madri di famiglia che avevano fatto altrettanto, lasciandosi poi coinvolgere anche nei giochi per cui altri pagavano..pensavo a queste donne come agli uomini che comprano il sesso dalle minorenni straniere sulla strada, schiavizzate dai nomadi, dalle lobby della mafia dell’est..pensavo a questa gente e provavo pena e disprezzo…molte di quelle donne erano state mie amiche, colleghe, conoscenti stimabili per tanto tempo..avevo conosciuto i loro mariti, figli, i loro genitori, ero entrata nelle loro case…

In quest’epoca in cui le parole non servono più per chiamare le cose e gli oggetti ma per dissimularli, qualunque azione fai per svelarli viene definita fascismo…non è contro questo genere di gay, o gli uomini tristi e sviliti o le donne superficiali che ho incontrato che scrivo le storie, ma non c’è forma di umanità che non deve essere liberata dai ratti…

Leggi anche: Albert Camus e il dovere di un scrittore

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Alessia Niccolucci Sono una scrittrice e un'insegnante
Scrivo romanzi, poesie, articoli da sempre e insegno a Roma. Ma considero la mia casa la Toscana da dove provengo. Vorrei dire di più ma è già tutto sul mio sito.
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